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Pagina:Il buon cuore - Anno IX, n. 40 - 1º ottobre 1910.pdf/6

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318 IL BUON CUORE


«LA DANTE ALIGHIERI»

VARATA IL 20 SETTEM. 1910 A CASTELL AMARE DI STABIA


SONETTO.


Nel nome tuo, divino Dante, in mare
Ecco la grande nave scende ardita,
bella, e forte e maestosa appare
Tutta fremente di gagliarda vita.


Italia segue il suo fatale andare
Lontani mari e nuovi porti addita:
Possan le genti il nome tuo laudare,
Memori ovunque di tua gloria avita.


Nave, sul tuo cammino l’onde in fronte
Sempre s’infiorin di radiose glorie
sempre sien le tue battaglie sante


de’ tuoi fasti sacre le memorie.
E poi, nel nome tutelar di Dante,
Cantino i figli nostri le vittorie.

V. Gobbi.

Religione


Vangelo della domenica prima d'Ottobre


Testo del Vangelo.

Il Signore Gesù disse questa Parabola: Un uomo aveva un albero di fico piantato nella sua vigna, e andò per cercare dei frutti di questo fico e non ne trovò. Allora disse al vignaiuolo: Ecco che son tre anni che vengo a cercar frutto da questo fico e non ne trovo: troncalo adunque: perchè occupa egli ancora il terreno? Ma quegli rispose e dissegli: Signore, la. scialo stare ancora per qualche anno, fintanto che io abbia scalzato intorno ad esso la terra, e vi abbia messo del letame: e se darà frutto, bene, se no allora lo taglierai. E Gesù stava insegnando nella loro Sinagoga in giorno di sabato. Quand’ecco una donna, la quale da diciotto anni aveva uno spirito che la teneva ammalata, ed era curva e non poteva per niun conto guardar all’insù. E Gesù vedutala, la chiamò a sè e le disse: Donna, tu sei sciolta dalla tua infermità. E le impose le mani, e immediatamente fu raddrizzata e glorificava Iddio. Ma il capo della Sinagoga, sdegnato che Gesù l’avesse curata in giorno di sabato, prese a dire al popolo: Vi sono sei giorni nei quali sí convien lavorare: in quelli adunque venite per essere curati, e non nel giorno di sabato. Ma il Signore prese la parola e disse: Ipocriti, chicchessia di voi non iscioglie egli in giorno di sabato il suo bue, o il suo asino dalla mangiatoia, e lo conduce a bere? E questa figlia di Abramo tenuta già legata da Satana per diciott’anni,

non doveva essere sciolta da questo laccio in giorno di sabato? E mentre diceva tali cose, arrossivano tutti i suoi avversari; e tutto il popolo si godeva di tutte le gloriose opere che da lui si facevano.

S. LUCA, Cap. 13.


Pensieri.

Un signore andò nella sua vigna e s’appressò a una pianta di fico per coglierne i frutti. Osserviamo: il Signore non va in un parco, ove platani e querce crescon quasi da sè e dalle quali non si può pretendere che fresco ed ombra, ma va in una vigna, dove son piante che costano molto, che richiedono cure e lavoro e dalle quali non solo ombra e frescura si può pretendere, ma anche frutti, i quali frutti compensino del dispendio e della fatica.

Anche il Signore del mondo ha parchi nell’universo, ma ci ha anche la sua vigna, l’umanità, la cristianità, sopratutto, che gli deve dar frutti.

Diamo uno sguardo alla nostra vita spirituale e vediamo se noi rendiamo quel che dobbiamo o se, invece, non abbiamo che apparenza, che foglie!

Siamo santamente coraggiosi e leali in questo nostro esame interiore, entriamo nella nostra coscienza, investighiamola tutta, è importante.

Abbattiamo noi stessi le apparenze, le vane sembianze di bene, che del bene non hanno che l’esteriorità, ma che, forse, nella profondità del cuore, sono colpe, sono ipocrisie, sono menzogne.... Entriamo, scendiamo in noi e devastiamo tutto ciò che non resta fermo al soffio della verità, della carità....

S’ingannano gli uomini, non s’inganna il Signore: cadano davanti a Lui tutte le falsità, tutte le doppiezze.... Gli uomini, forse onoreranno, si lasceranno trarre in errore dalle apparenze di pietà, di zelo, di devozione... ma come giudicherà Dio, che legge nei cuori e scruta le coscienze? Mi pare che in tante anime, debba succedere qualcosa che fa pensare alla pianta di fico istantaneamente essicata alla parola di Cristo.... Che terrore!

Scuotiamoci a tempo: via le foglie, via le fronde; cerchiamo di dare frutti al Signore.

E riflettiamo che più abbiamo ricevuto e più dobbiamo dare. Le grazie divine sono il mistero di ogni singola anima, ma più abbiamo la consapevolezza d’essere stati beneficati e più abbiamo il dovere d’esser piante ricche di frutti e di compensi.

Rifleftiamo seriamente a queste cose per carità di noi stessi!

11 padrone trova sterile il fico e dice: Questa pianta aduggia il terreno, tagliamola! In un parco una pianta che non produce è semplicemente inutile; in una vigna è nociva, essa ruba l’alimento alle altre piante.

Così l’uomo, il cristiano che non è morale, che non è virtuoso, non solo è pianta inutile, ma parassita, ma dannosa, che nuoce alla società spirituale alla quale appartiene.

E come la pianta infruttuosa, l’uomo cattivo, malvagio dovrebbe essere annientato.