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Anno IX. Sabato, 19 Novembre 1910. Num. 47.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Beneficenza. —L. Meregalli. Cifre umilianti in materia di proselitismo religioso — Fiera di beneficenza — Per l’Asilo Convitto Infantile dei Ciechi.
Educazione ed Istruzione. —Rosso di San Secondo. Una casa ed una signora — Contro le lungaggini prima di sposarsi — La tratta delle ragazze italiane — Visita regale ad un Convento — Luisa. In treno — Le piante feroci — Francesco Macry Correale. La grida.
Religione. —Domenica seconda d’Avvento.
Società Amici del bene. —Francobolli usati.
Notiziario. —Necrologio settimanale — Diario.

Beneficenza


Cifre umilianti in materia di proselitismo religioso



L’istinto e lo spirito di estendere ad altri la propria forma di religiosità, non è di tutte le Religioni, come è facile provarlo con prove di fatto. Anzi, si può aggiungere che quell’istinto e quello spirito sono una particolarità di poche; o meglio ancora oggidì una particolarità del Cristianesimo e del Buddismo. S’intende subito però che, anche in fatto di proselitismo, tra le due Religioni corre un’enorme differenza proporzionale.

È curioso osservare come il paganesimo non abbia mai avuto codesto istinto e spirito; il mosaismo e il maomettismo l’avessero un tempo, per quanto molto ridotto, ed oggidì l’abbiano perduto affatto.

Si capisce subito che ragione di essere di quell’istinto e spirito sia — o libidine di conquista o gentile altruismo. — Ora al paganesimo non arrise mai, nè ambizione di aggregarsi nuovi fedeli, nè brama di partecipare altrui un sopranaturale elevatore o stato senza confronto più nobile e felice. Il mosaismo potè avere — da parte di malinteso orgoglio nazionale l’ambizione di estendersi, e da parte di uomini schiettamente religiosi la carità comunicativa d’un bene inestimabile quale la vera Religione. — Quanto al maomettismo è chiaro che a far proseliti era mosso da un sentimento livellatore, da brutalità, da ambizione.

Più elevato invece il movente del Buddismo, e più facile a capirsi la ragione che lo anima nell’opera di diffusione dei suoi precetti. Il suo codice essendo fatto
di sapienza, e questa essendo un elemento essenziale di felicità, da ciò la brama di comunicarsi a tutti.

Però lo spirito evangelizzatore è eminentemente spirito cristiano; già implicito nel mandato antico, che ognuno si prendesse cura del suo prossimo, e nel mandato nuovo, di amare il prossimo di qualunque nazionalità; fu poi espresso in quei termini di tutta evidenza da Gesù indirizzati ai suoi Apostoli: «Andate, istruite tutte le genti, battezzandole, e finalmente trasfusi nel nostro sangue nella comunione sacramentale che nostro Signore realizza con noi.

Certo, gli Apostoli presero per dette a loro, e nel senso più proprio e imperativo, le parole del Maestro; ma in seguito fecero altrettanto i loro successori, specialmente i Vescovi di Roma, dai quali parti mai sempre l’accorato grido di raccolta, il paterno invito a formare un solo gregge, l’affannosa spedizione di pionieri della conquista cristiana, che ricercassero sino ai confini della terra le ambite reclute che debbono coprire i posti alla gran Cena del Padre di Famiglia. E dopo il Pastore supremo, quanti altri sentirono in cuore la fiamma dell’apostolato, la passione di promuovere gli interessi di Gesù Cristo, e l’amore delle anime! Sono sacerdoti, sono catechisti conversi, sono suore che, in numero sbalorditivo, abbandonano le cose più caramente dilette, la patria, la casa che li vide nascere, e dove potevano ripromettersi gioie e felicità. Uno splendido ideale li elettrizza, li strugge: quello di accontentare la misteriosa sete di anime da cui sono riarse le labbra del Redentore; ed anche il bisogno di partecipare a fratelli lontani e sconosciuti e curvi e gementi sotto la più brutale schiavitù, la luce, la gioia, la libertà, la civiltà massima onde essi godono in abbondanza nella casa del Padre; per quell’istinto di chiamare altri a dividere la nostra gioia, che si sviluppò la prima volta nella donna, nel pastore e nel padre del Vangelo al ritrovare la dramma, la pecorella, il figlio perduto.

Ma l’organismo dell’evangelizzazione non poggia solo qua; poichè gli operai — per quanto numerosi e generosi, eppure tanto inferiori al bisogno, messis quidem multa, operarii autem pauci — debbono venire sovvenzionati per le cose di prima e assoluta necessità, come i viaggi costosissimi, l’erezione e manutenzione di Chiese, ospedali, scuole, farmacie, abitazioni, man-