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IL BUON CUORE 373


nell’India. Oltre all’elemento indigeno trovai moltissime bianche.

D. — Di che nazionalità?

R. — Molte greche, italiane ed austriache, fra cui povere ed analfabete in buon numero; con alcune francesi ed inglesi. Molte vengono dall’Egitto, dove si traffica in grande, e dove la speciale condizione dell’organamento giudiziario rende difficile la repressione. Gran parte di queste donne sono spedite a Bombay, donde poi si spargono pel paese. Chiesi se non c’era mezzo di fermarle nei porti, e seppi di due casi in cui se ne fece la prova. Nel primo la signora che la tentò senti rispondersi che le ragazze erano accompagnate dalla nonna; nel secondo che erano accudite dalla zia. Scuse magre evidentemente, ma impossibili a controllarsi nella fretta dello sbarco. Mi fu detto che la via migliore sarebbe quella di impedirne la partenza. Ne ho già parlato col signor Coote. La dottoressa Benson addetta all’ospedale Cama a Bombay ha indetto una riunione per vedere quel che si può fare per combattere il traffico infame.

Essa crede con altri che poco si possa fare nei porti, tra la furia e il trambusto dello sbarco, e che bisogna impedire ai trafficanti di prendere il largo colla loro mercanzia. Un buon mezzo sarebbe quello di stipendiare delle signore che viaggino tra Porto Said e l’India. Durante la traversata c’è tutto il tempo di osservare ed indagare, e quando i sospetti si avverino, le vittime possono essere liberate e rimpatriate....

Vedano i lettori dove e come e perchè vadano a perdersi le nostre povere sorelle italiane! Vedano quanto urge porre mano ad opere di prevenzione, di protezione, di riabilitazione! Vedano quanto occorre istruire genitori e ragazze sui pericoli di una emigrazione fatta affidandosi a persone non sicure!

Visita regale ad un Convento


Di re Edoardo d’Inghilterra il Bullettin religieux di Baiona pubblica un episodio ignorato, un suo atto edificante avvenuto un mese prima della sua morte. Il 9 aprile re Edoardo, che da qualche settimana trovavasi a Biarritz, si recò ad Anglet, piccolo paese sull’Oceano per visitarvi il monastero di Nostra Signora. Vi giunse verso le 3 e mezza e ne riparti alle 5. Come venne segnalato il suo arrivo, il canonico Etchebarne superiore dei Cappellani, e la Rev. Madre Isabella si affrettarono a porsi a disposizione dell’illustre visitatore. Il re volle vedere la Comunità nei suoi più minuti particolari, e durante tutta la visita si mostrò di un’estrema affabilità e cortesia. Si cominciò visitar la cappella, passando quindi ai laboratori del cucito e del ricamo, prendendo il sovrano molto piacere nell’osservare i pregevoli lavori confezionati dalle suore. Tra l’altro, si fecero osservare a re Edoardo alcuni lavori eseguiti dietro le indicazioni date altra volta dalla regina Vittoria, l’augusta sua madre, in una visita da essa fatta al monastero. Di qui il re si recò a piedi

accompagnato dal canonico Etchebarne, dalla Madre Superiora e dalle persone del suo seguito, fino alla dimora delle Bernardine, distante circa 600 metri. Durante il tragitto il sovrano fu di un’amabilità singolare, chiedendo ragguagli sul genere di vita delle Bernardine, sulla differenza che poteva esservi fra la loro regola quella delle Trappistine, di cui aveva udito parlare. Giunto alla cappella di S. Bernardo gli si additò il posto dove la regina sua madre aveva pregato gran tempo in ginocchio. Un’iscrizione rammenta questo fatto. Il re Edoardo la legge, e resta per qualche istante silenzioso raccolto, come in una pietosa meditazione. Uscendo dalla dimora delle Bernardine, re Edoardo visitò il cimitero del convento, situato in mezzo a le sabbie, dove i sepolcri si allineano, ciascuno con la sua piccola croce nera, senza nome e senza segno di riconoscimento. Quel campo dell’eterno riposo, nella solitudine, circondato da pini e in mezzo al quale sorgono cipressi agitati dal vento marino, nell’austerità affatto monastica delle tombe, produce sempre una viva impressione sui visitatori. Prima di abbandonare il monastero, il re desiderò riportarne qualche ricordo. Egli spese parecchie centinaia di lire per l’acquisto di parecchi oggetti esposti in apposito locale e confezionati dalle Suore. Nel congedarsi poi espresse alla Madre Superiora la grande soddisfazione provata in questa visita e poco meno che il suo rincrescimento per aver tanto indugiato a compierla.

IN TRENO


Il treno correva veloce traverso la pianura lombarda. Lo scompartimento era quasi al completo: accanto a me una signora parlava con due signori delle specialità gastronomiche delle varie città italiane; un’altra signora sedeva vicino a una bella bimba d’una decina d’anni: la madre guardava, senza sguardo, intorno a sè: la figlioletta aveva sulle ginocchia dei giornali e, con aria precoce da donnina, ogni tanto ne sollevava uno, e leggeva leggeva.... io l’osservavo con compassione, e, con compassione ancor più grande, guardavo la bella madre di quella figliola Quel giorno il giornale recava notizie di delitti crudi, e parlava di riconoscimenti di cadaveri e di scene strazianti di persone che li ricercavano.... Non un quadro il più conveniente per una bambina,.ma non nocivo del tutto..., quasi respiravo.... per quel giorno.... Ma e gli altri giorni? I giorni di prima e quelli di poi? In ogni giorno quella figliola avrebbe potuto buttare il suo occhio innocente su quei fogli quotidiani.... e allora?...

E io pensavo, rabbrividendo, a certe narrazioni di male, a certe frasi molli ed insinuanti, che danno perfino un senso di nausea morale e di repulsione, quando cade su di esse lo sguardo. E quella lettrice infantile mi faceva gemere, e quella lettura mi pareva un sacrilegio, e la bella mamma mi faceva pietà! E pensavo pensavo tante cose tristi e gravi...

Se parliamo a queste mammine della necessità, del-