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Anno X. | Sabato, 10 Giugno 1911. | Num. 24. |
Giornale settimanale per le famiglie
IL BUON CUORE
Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE
Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena
E il tesor negato al fasto Manzoni — La Risurrezione. |
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La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
Rosmini — Opere spirit., pag. 191.
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Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.
SOMMARIO:
Educazione ed Istruzione
VERDI CRISTIANO
Un anno più tardi dopo aver incontrato Manzoni: «Che potrei dirvi, come spiegarvi la sensazione deliziosa, indefinibile, nuova che ha prodotto in me la presenza di questo santo come voi lo chiamate? Mi sarei messo a ginocchio davanti a lui, se si potessero adorare le creature umane.»
Così egli volle onorarlo di là dalla vita. Appena seppe, il 23 maggio 1873, nella sua villetta di S. Agata, che Manzoni era morto, Verdi partecipò al sindaco di Milano il suo desiderio di consacrare una messa di Requiem alla memoria dei grande scrittore. Composta a Parigi, durante l’estate del 1873, l’opera fu eseguita per la prima volta il giorno dell’anniversario funebre, il 22 maggio 1874 a Milano, nella chiesa San Marco.
«Il Requiem un po’ troppo vantato di Mozart, la Messa in si minore di Bach e quella in re di Beethoven, tutte e due ammirevoli, il Requiem gigantesco di Berlioz, costituiscono quattro esemplari ineguali e famosi d’un genere nel quale il Requiem di Verdi non figura senza gloria. Il suo posto, come quello degli altri citati, non è punto in chiesa: tutto concorre ad allontanarnelo di là: le dimensioni, lo sviluppo, il carattere, lo stile, senza parlare dell’elemento orchestrale. So bene, che una chiesa accolse per la prima volta il Requiem in memoria di Manzoni, ma fu anche l’ultima: la sala di concerto parve, subito dopo, luogo più adatto per quella commemorazione patetica e sacra insieme.»
Quando si bada ai caratteri che distinguono la musica «religiosa» dalla musica «di chiesa» si vede che il Requiem verdiano ha tutte le libertà, permesse alla prima ed all’altra vietate. «Una messa di Requiem o soltanto una messa comune offre, accanto alla preghiera e confusa ad essa, un elemento drammatico al quale, nei capilavori citati, un Beethoven, un Bach stesso non rimasero insensibili. Expecto resurrectionem mortuorum! Bach ha cangiato quest’affermazione dogmatica della risurrezione generale in una pittoresca, impressionante visione. Per il movimento ed il colore,