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Anno XI. Sabato, 13 Gennaio 1912. Num. 2.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —Eliseo Battaglia. Alla Porta del Paradiso — A. M. Cornelio. La Capanna dello Zio Tom — L. Meregalli. La Mezzaluna — Casa di Bambini.
Religione. —R. B. Vangelo della domenica seconda dopo l’Epifania — Adveniat Regnum Tuum Eucharistiam!
Beneficenza. —Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi — Casa di Riposo pei ciechi vecchi — Offerte per l’Opera Pia Catena.
Società Amici del bene. —Per la Provvidenza Materna — Pei carcerati — Certificati dell’Unione Cooperativa — Francobolli usati.
Notiziario. —Necrologio settimanale — Diario.

Educazione ed Istruzione


Alla Porta del Paradiso

E l’anima si presentò sorridente e franca alla Porta per varcarla, come fosse sicura del fatto suo. Ma San Pietro vegliava, e:

— Adagio, figliola — disse — c’è del guaio!

— Come! — esclamò l’Anima un po’ impaurita, e che giù in Terra avveva avvivato il corpo di una bella ricca signora — come! non sarei forse degna d’entrare?... Eppure, passai di vita assolta e benedetta, ebbi tutti i Sacramenti della Chiesa; per testamento mi sono lasciata 1000 Messe; da viva feci molte limosine, e lasciai anche 300 lire da distribuirsi ai poveri nel giorno dei miei funerali....

— Eh di certo! — fece S. Pietro — tutte cose belle e buone codeste, ma....

Oh Dio! gridò l’Anima; che sarà di me!... Ho paura!

Ma S. Pietro, un po’ burbero, la scrutava, e pareva fosse lì lì per pronunziare una sentenza di chissà quante migliaia d’anni di Purgatorio. E l’anima si riconcentrava, ricordava tutto il suo passato.... Non le pareva di dover esser trattata male... In fin dei conti, era sempre stata una ragazza onesta, una moglie fedele, aveva avuto divozione alla Madonna, di cui portava una minuscola medaglia d’oro per ciondolo a un braccialetto che non lasciava mai. Portarla al collo non poteva; come fare quando doveva mostrarsi alle feste in gran decolleté!.. Sì, veramente, pensava l’Anima, quei decolletés erano stati un po’ troppo arrischiati, un po’ troppo provocanti,
ma come fare... se tutte facevano così! Anzi, appunto per far pari — diremo così — s’era lasciata quelle 1000 Messe a 2,50 l’una!

E si ricordò ancora che era stata fanatica di S. Francesco, un po’ per moda è vero, ma un po’ anche per sentimento, per ammirazione sincera, specie dopo aver letto «Amor che spira!» Già, guardate che onore toccò a questo povero scribacchino sottoscritto! proprio sulla soglia del Paradiso, un’Anima ripensò a quel libro di lui, nel rammentare che aveva voluto bene a S. Francesco!

Direte che c’è poca modestia da parte mia: dite un po’ come volete, io devo raccontare le cose come andarono.

E l’Anima della Contessa — perchè proprio giù, in questo basso mondo, era stata una Contessa autentica, non apocrifa come ce ne sono tante da cui magari si lasciano imbrogliare anche i frati — ripensò che aveva voluto tanto bene alle bestie, come S. Francesco... e in uno slancio di tenerezza e anche per la paura di cascare nel Purgatorio, — San Francesco mio, aiutami! — gridò tutta disperata.

E subito San Francesco Poverino, che sempre risponde a chi lo invoca con fede, apparve sulla Porta del Paradiso. Era splendente nel viso Santo Francesco, e sorrideva; e la tonaca, bigia e sfilacciata in fondo come l’usava in vita, luceva però come se tessuta fosse di fili d’oro; una stella brillava su ciascuna delle Stimmate Sante, sulle mani stese e aperte, sui piedi nudi e sul costato.

Su la spalla destra se ne stava accovacciata una lodoletta, e guardava il santo come aspettando da lui una parola.

— Anima, sirocchia mia, che vuoi tu da me? — disse Santo Francesco alla meschina che stava trepidante innanzi a tanto fulgore.

— Padre mio santo, disse questa alla fine — accoglimi nel tuo paradiso con Te! Al pari di te ho amato tanto le bestiole sorelline nostre, come le chiamavi Tu, Padre Santo; e le gioiose lodole ho tanto amato, e le tortorelle miti e carezzevoli, e gli usignoli e i cani...

— Eh lo so bene — interruppe S. Francesco — questi li ho veduti tante volte nella tua carrozza, al posto dove avrebbero dovuto stare i figlioletti tuoi!