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126 IL BUON CUORE


lezze non prima scoperte. Al De Rossi il gruppo della madre e del bimbo, sia nella composizione, sia nei partiti delle pieghe, sia anche nella maggior vivezza musiva, appare più tosto di tipo italiano che bizantino e gli fa credere che la sua fattura, o per lo meno una sua restaurazione, risalga alla prima metà del sec. XIII. Ad ogni modo questa vergine è bella e rimonta insieme alle ornamentazioni musive di tutta la cappella di S. Zenone, ad un periodo d’arte estremamente mistico e simpatico per varie ragioni, a noi italiani, e noi sopratutto romani che abbiamo nella eterna Roma artistica tante belle artistiche imagini di Maria. Ma non dobbiamo dimenticar questa, bella fra le belle, cui la dolcezza del sorriso par giunga a noi fresco e tremulo dai passati secoli, come un’onda limpida dal cuore di una motagna lontana che le nubi serotine abbiano tutta profondamente avvolta.

Salvatore Sibilia.

in memoria

di

MADDALENA RADIUS TARLARINI

Non scorsero ancora due anni da quando con eroica saldezza assistevi o madre dolorosa alla morte del tuo diletto Emilio, ed ora sei tu che parti, e noi tuoi figli superstiti che dovremo per i primi raggiungerti oggi piangendo ti salutiamo.

Salutiamo in te non solo la madre, la suocera, l’ava, ma tutto un passato che tramonta, che fu la forza e la bellezza dei nostri giovani anni allor che il tipo della donna era la madre e sua virtù l’amore.

Noi ti abbiamo conosciuta o veneranda nell’esercizio fino all’ultimo attivo e penetrante della tua ardente anima iniziata a quindici and, con un matrimonio di inclinazione, al grave ministero di reggere una famiglia, continuato nella precoce vedovanza carica di otto figli fra lotte e stenti, esteso nei tempi che ora sembrano così lontani dell’Italia risorta alla cura dei feriti negli ospedali, poi dei delinquenti nelle carceri, ovunque fosse una lagrima da tergere, un dolore da lenire, una morente fede da far risorgere.

Noi ti abbiamo veduta nell’opera feconda di bene, non solo per i tuoi figli, ma per tutti coloro che soffrono; noi abbiamo ascoltato dalle tue labbra la parola dell’inesauribile perdono; sulle nostre fronti piegate dall’affanno abbiamo sentito scorrere la tua mano misericordiosa e con pari misericordia la vedemmo scorrere sulla fronte del fratello. Cento volte, mille volte nella freddezza dello scetticismo già presso a travolgerci, la tua fede luminosa, o grande credente, si è rizzata fra noi e il dubbio come indice teso verso i misteri dell’al di là. Noi abbiamo assistito giorno per giorno, ora per ora, all’onda di carità veramente evangelica che rifulgeva con mirabile accordo nel tuo pensiero e nelle tue opere fino a quest’ultimo giorno della tua
lunga vita nel quale ti spegnesti tra sofferenze cristianamente sopportate, in pace con Dio e cogli uomini, a guisa degli antichi patriarchi, benedicendo la tua quarta generazione.

Ma a questi piccini che circondano sbigottiti e tremanti il tuo feretro, che domandano: «Tornerà la Nonna?» — che cosa risponderemo noi tra i tumulti dello spirito affranto e delle lagrime che non hanno sosta? — «La Nonna è in cielo» diremo, anche se essi non comprenderanno questa parola piena di angoscia e di mistero, anche se a noi tremerà il cuore nel pronunciarla.

Venite, piccini, inginocchiatevi davanti a questa tomba e pregate dal fondo dei vostri cuori innocenti perchè la Nonna riposi in pace nella ignota Verità. E pregate pure, invocate che donne buone nobili e sante come Colei che piangiamo sorgano ancora a benedire le future famiglie; che sieno come ella fu tramite di affetti, cemento di vincoli, autorità di esempio, nucleo di forze sempre rinascenti per le aspre battaglie della vita — e fiamma — fiamma sopratutto che scaldi le anime assiderate nella conquista incessante del bene. Stringiamoci tutti intorno alla cara memoria della nostra madre, della nostra ava. Intorno a lei si allacci la catena d’amore che la terrà viva per lungo tempo ancora nei nostri cuori e certo irraggerà la sua luce su altre generazioni, se è vero, come io credo, che la buona semente collocata in terreno fertile dà, secondo la promessa del Vangelo, il cento per uno.

Siate voi o ultimi nati il terreno fertile, l’anima nuova dalla quale tutta vibrante di forze giovani si slanci con robuste radici e fronde che tocchino le stelle la coscienza dei tempi futuri. Sieno la memoria, siano gli esempi di questa sublime donna scomparsa quasi propaggini di sangue illustre scendente per lungo ordine di rami il blasone dei vostri figli che verranno.

Pace eterna a Lei. A noi eterno rimpianto.

Anna Radius Zuccari.

Milano.


Religione


Vangelo della domenica seconda dopo Pasqua


Testo del Vangelo.

Giovanni vide Gesù, che venivagli incontro, e disse: Ecco l’Agnello di Dio: ecco Colui che toglie i peccati del mondo. Questo è Colui, del quale ho detto: Dopo di me, viene uno, che è da più di me, perché era prima di me. E io noi conosceva; ma affinché egli fosse riconosciuto in Israele, per questo io sono venuto a battezzare nell’acqua. E Giovanni rendette testimonianza dicendo: Ho veduto lo Spirito scendere dal cielo in forma di colomba, e si fermò sopra di Lui. E io nol conosceva; ma chi mandommi a battezzare nell’acqua, mi disse: Colui sopra del quale vedrai discendere e fermarsi Io Spirito, quegli è colui che battezza nello