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218 IL BUON CUORE


compagni di vizio, le passioni, i vizi, le ricchezze, il passato, tutto grida contro il peccatore che tenta avvicinarsi a Gesù: Disturba, essi dicono, disturba e perchè si lascino nel loro brago, impediscono ad una buona e generosa volontà, il santo e buon proponimento.

Ma no! come i due ciechi, coraggio! Gridate, gridate più forte della turba stupida che vi è d’attorno, gridate! il Figlio di Dio s’interessa di voi, vi ama, vi chiede — perchè lo abbiate a riconoscere — del vostro bisogno.

«Fate che gli occhi nostri vedano, abbiano la luce!» Grido santo! grido potente, grido sincero!

Santo! tale è il voler di Dio, sancito dalle sue leggi, confortato dai suoi esempi, aiutato dalla sua grazia.... Vult omnes homines salvos fieri et ad agnitio nemveritatis venire...

Potente! tale grido cercherà, inseguirà il vero attraverso ogni lotta, ogni sacrificio, anche col sangue. I martiri nostri ne sono la grandiosa schiera di testimonii all’amor della verità, della luce!...

Sincero! sì, solo allora saremo sinceri quando avremo la verità, la luce del cielo. Oggi regna la tenebre.... ogni delitto si compie in nome dell’errore; ai figli dell’errore, del preconcetto, del pregiudizio molto e molto si deve perdonare, ma che sarà mai quando l’uomo sarà libero, sarà nella luce, sarà nella verità?!

Se tanto può oggi l’umanità, che brancica nelle tenebre, che ha il piede avvinto dal peso dell’oscurità, le braccia impedite dall’errore, che sarà domani sotto l’impero della luce, sorretta dall’ala potente, sicura del vero? Mostrate Gesù Cristo!... L’uomo realizzerà — per quanto gli è possibile — la meta ideale: la perfezione del Padre che è nei cieli.

B. R.

“Noli me tangere....„

(Per la festività di Santa Maria Maddalena)

Riconoscente d’essere stata liberata dai sette demonii da cui era posseduta e malmenata (Luc., VIII, 2) Maria Maddalena1 si dedicò tutta al servizio di Gesù Cristo, assistendolo colle sue sostanze, servendolo, seguendolo ovunque nelle sue innumere peregrinazioni. Tre anni di un servizio esercitato con incomparabile fedeltà e devozione nelle più svariate e dure circostanze di tempi, di luoghi, di persone, quali ci risultano dal racconto evangelico, ponno anche da soli costituire un merito

  1. La Maddalena storica, non quella risultante di tre personalità ben distinte nel Vangelo, cioè, anche della donna peccatrice e famosa nella sua città, della sorella di Lazzaro. Questo confusionismo tradizionale e comune, e comodo, sarebbe subito chiarito se si volesse leggeie un po’ meglio, come hanno fatto due autorità irrecusabili: Bossuet nelle sue Méditations sur l’Evangile, pp. 88, e Newman nei suoi Parochi al Sermons, Vol. II, pp. 275 e Vol. IV, pp. 100.
non indifferente da mettere all’attivo della Maddalena. Ma noi sappiamo che tanta devozione si intensificò, salì sempre più per ascensioni sublimi, a misura che i drammatici casi dell’adorato Maestro precipitavano verso la loro tragica soluzione, per culminare nella più eloquente e fervida espressione durante il triduo della sepoltura di Cristo.

In quel periodo di suprema desolazione, di vuoto terrificante, di orrende tenebre, di smarrimento e costernazione generale fra i discepoli e gli amici del Vinto, solo la Maddalena non è travolta dalla confusione e dalla paura; ella sola conserva il pieno dominio di sè; ella sola ha netta tutta la visione del presente, l’idea del dovere del momento, che poi in realtà ebbe a compire con una generosità ed un coraggio stupefacenti; lei riassume il lutto di tutti i seguaci di Gesù; il suo cuore sanguina e spasima anche per quelli che pur tanto buoni verso il Maestro, al momento sono intontiti dai fieri casi della Passione; ella piange le più ardenti e passionate lacrime; ella si asside di contro al sepolcro in cui è composto il corpo di Cristo e vi si indugia a custodia e compagnia e veglia e adorazione, esalando dal cuore sommerso in un pelago di dolore, tutta la sua amarezza, come l’altare dei sacrificii manda il fumo odoroso dell’olocausto che vi si consuma; ella non si stacca di là che per correre nella santa città a riferire o raccogliere nuove intorno a Gesù, o per comperare aromi per l’imbalsamazione; ma vi ritorna cento volte, perchè non trova requie se non accanto a quella tomba amata.

La mattina di Pasqua ella ha già preceduto l’altre pie donne nell’affannoso pellegrinaggio al sepolcro nuovo di proprietà di Giuseppe d’Arimatea; ha preceduto anche l’aurora. Giunta al suo posto di custodia e di compagnia del sovrano signore del suo cuore, si abbandona allo sfogo che le è più naturale e più dolce: al pianto; la pupilla nuotante nelle lagrime è rivolta al monumento che vede spalancato, e chinandosi alquanto vi figge dentro lo sguardo. Subito le si affaccia una visione di angeli che le chiedono ragione del suo pianto; e appena data risposta, nell’atto di volgersi indietro, ecco il redivivo Maestro che la chiama per nome: «Maria». Senza dubbio la Maddalena, in una istintiva e ben spontanea espansione, si inginocchiò ad adorarlo, le braccia aperte in atto di stringere le ginocchia di Gesù, in atto di abbassarsi al bacio dei piedi. Perchè il divino Risorto la previene, la trattiene da quegli atti dicendole: «Non mi toccare poichè non sono ancora salito al Padre mio».

Come? Gesù ha già fatto alla Maddalena l’insigne onore di apparire a lei prima che ad ogni altro (Marco, XVI, 9); ha permesso in una successiva visione di venir stretto e baciato ai piedi da Maria Maddalena e dall’altra Maria (Matteo, XXVIII, 1-9); otto giorni dopo, apparendo a Tomaso incredulo, lo invita a toccare la piaga sempre aperta del costato (Joan., XX, 27); e da ultimo, invita a constatare coll’esperienza del tatto tutti gli apostoli come Egli fosse il Maestro nella realtà, e non già un fantasma, un’allucinazione della spaventata fantasia (Luca, XXIV, 39), ed al primo apparire alla