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306 IL BUON CUORE


Benedite, o Signore, questo simbolo del lavoro della giovane, e il lavoro sia per essa esercizio quotidiano che la salvi dall’ozio, che la renda indipendente nei bisogni propri, caritatevole nei bisogni altrui.

Benedite, o Signore, questo simbolo della fratellanza e del mutuo soccorso della giovine, per cui il bene di una persona sola diventa il bene di tutti, e nelle opere di previdenza e di mutualità prepara ed assicura l’avvenire.

Questo programma che costituisce la grandezza di una classe speciale, costituisce pure una grandezza collettiva, che si riverbera su tutto l’ambiente sociale.

Opera morale ed economica, coll’essere consacrata dalla religione, potrebbe essere contraria al bene della patria? E’ un trionfo di patriottismo. E’ appunto perchè amiamo la patria, che abbiamo sempre propugnato l’unione dei due principî: patria e religione.

Amar la patria è in parte attuar il precetto evangelico della carità del prossimo: il nome di patria scuote arcanamente il cuore di tutti: l’amor di patria è come il saggio del valore delle cose e degli uomini: se una istituzione si accorda col bene della patria, quella istituzione è bene accetta da tutti, benedetta: il contrario, se è contraria: la vostra istituzione si confonde col bene stesso della patria.

Noi amiamo la nostra patria tanto più perchè l’abbiamo veduta oppressa e divisa, e sacra ci fu l’opera dí quegli eroi che la resero indipendente e unita; è questo sentimento vivo e profondo dell’amor di patria che ci associò all’esplosione di entusiasmo di tutti gli italiani per l’impresa libica: siamo andati a combattere fuori del paese per difendere il paese.

Si ripete un fatto avvenuto or son più di venti secoli. Scipione per salvare l’Italia è andato in Africa.

La libertà, è un altro concetto che si collega direttamente coll’ amor di patria. Questo concetto di libertà l’avete fatto vostro coll’avere segnato sulla bandiera il Labaro di Costantino, con in mezzo la Croce, coll’aureola: in hoc signo vinces. Il Labaro di Costantino ha dato la libertà alla Chiesa non solo, ma a tutta l’umanità: insieme al credente ha fatto libero il cittadino. La verità che il cristianesimo ha portato la redenzione di tutti gli oppressi e gli schiavi, fu solennemente ricordata dal nostro grande poeta cristiano, Alessandro Manzoni.

Perchè guardando i pargoli
La schiava ancor sospira,
E il sen che nutre i liberi
Invidiando mira?
Non sa che tutti i miseri
Seco il Signor solleva,
Che a tutti i figli d’Eva
Nel suo dolor pensò?

È ai piedi della Croce che è nata la vera, la universale democrazia. Plebe era il nome di spregio col quale il Paganesimo indicava le classi umili e diseredate. La Chiesa ha preso quel nome e lo ha sollevato a rappresentare tutta la collettività de’ suoi figli redenti: potenza dei concetti consacrati dall’uso delle parole: clero plebano si chiama ancora al presente il clero che regge un determinato numero di Parocchie.

Uniamoci quindi tutti nell’accettazione di questo simbolo benedetto. Alcuni temono che coll’aggiungere il carattere religioso alle istituzioni civili, si comprometta l’esistenza e la libertà delle conquiste della società moderna: lungi questo timore: nessuna opera che sia buona ed utile è dalla Chiesa respinta, condannata. L’uomo è grande: coll’aggiungervi Dio forse diventa piccolo? Diventa ancor più grande: alla grandezza propria aggiunge quella di Dio; grandezza che ha una doppia promessa di bene, il bene presente della terra, il bene futuro dell’eternità.

Cara bandiera, simbolo di tanti preziosi elementi insieme riuniti, gioventù istruita e virtuosa, lavoro, mutuo soccorso, baciata dal raggio della benedizione di Dio, io ti saluto: io ti prendo e ti consegno nelle mani delle giovani della Società operaia di mutuo soccorso, il Ministro di Dio che l’ha benedetta si ritira: ma restano accanto ad essa, custodi invisibili, Cristo e la sua madre Maria, a voi Bellanesi, così particolarmente cara: essi riassumono i principii della vostra bandiera: guardando ad essa, oh, non vi conturbi mai il pensiero di aver mancato alla santità della missione che essa rappresenta: proteggetela, essa vi proteggerà; onoratela, essa sarà il vostro onore sulla terra, essa sarà uno dei vostri meriti pel cielo.

Religione


Vangelo della domenica quinta dopo la Decollazione


Testo del Vangelo.

In quel tempo disse il Signore Gesù ai capi dei Sacerdoti ed agli anziani del popolo questa parabola: Eravi un padre di famiglia, il quale piantò una vigna, e la cinse di siepe e scavò e vi fece un torchio e fabbricò una torre e la diede a lavorare ai contadini, e andossene in lontano paese. Venuta poi la stagione dei frutti, mandò i suoi servi dai contadini per ricevere i frutti di essa. Ma i contadini, messe addosso le mani ai servi, altro ne bastonarono, altro ne uccisero, e altro ne lapidarono. Mandò di nuovo altri servi in maggior numero di prima, e coloro li trattarono nello stesso modo. Finalmente mandò ad essi il suo figliuolo, dicendo: Avranno rispetto a mio figlio. Ma i contadini, veduto il figliuolo, disseno tra di loro: Questi è l’erede; venite, ammazziamolo, e avremo la sua eredità; e presolo, lo cacciarono fuora della vigna, e l’uccisero. Tornato adunque che sia il padrone della vigna, che farà di quei contadini? Essi risposero: Manderà in malora i malvagi, e rimetterà la sua vigna ad altri contadini, i quali gliene renderanno il frutto a’ suoi tempi. Disse loro Gesù: Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che fu rigettata da coloro che fabbricavano, è divenuta fondamentale dell’angolo? Dal Signore è stata fatta tal cosa, ed è mirabile agli occhi nostri. Per questo vi dico, che sarà tolto a voi il regno di Dio e sarà dato a un popolo che produca i frutti di esso. E