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IL BUON CUORE 307


chi cadrà sopra questa pietra, si fracasserà; e quegli su di cui essa cadrà, sarà stritolato. E avendo i Principi dei sacerdoti e i Farisei udite le sue parabole, compresero che parlava di loro. E cercando di mettergli le mani addosso, ebbero paura del popolo, perchè lo teneva per Profeta.

S. MATTEO, Cap. 21.


Pensieri.

Nel senso letterale lo stesso Evangelista S. Matteo dà la spiegazione. Gesù parlava agli Ebrei dell’opera divina compiutasi in mezzo a loro: diceva apertamente — fuor di metafora — con quali mezzi li aveva chiamati a sè fin in quel momento: manifestava anche il momento storico che attraversavano colla sua comparsa fra di loro: ne divinava l’assai cattiva accoglienza la prossima tragica soluzione del Calvario, che gli avrebbero preparato, non tacendo poi — nel malos male perdet — ciò che si avrebbero meritato colla uccisione del Figlio di Dio. Tanto era ciò detto apertamente che l’Evangelista nota come i medesimi uditori l’avessero così capito, ma quale fu il.... risultato? Stavano per mettergli le mani addosso e farne vendetta, che se nol fecero, ciò è da attribuirsi al timore del popolo, che venerava Gesù come il mandato da Dio.

Dolorosa conclusione: vedere il delitto, misurarne lo spaventevole orrore, essere richiamati da una voce autorevole ed amorosa eppure.... avranno trovato modo di dire che l’odio a Gesù era causato dallo zelo del tempio, dall’amor della legge, della difesa delle tradizioni mosaiche, dalle.... no, no, falsi e cattivi, ciò è voluto dalla vostra cattiveria, dal bisogno che avete d’odio d’oscurità per non essere turbati nei vostri insani progetti, nei vostri delitti. Gesù vuol il vero, vuol il bene, vuol il disinteresse, vuol la giustizia. «È contrario alle opere nostre — gridava l’empio della Scrittura — opprimiamolo e sradichiamolo dalla terra dei vivi». Si dicono vivi quei che sono.... morti al vero, al bene, all’amore, alla giustizia, a Dio.

S. Ambrogio in un suo commentario agli Evangeli, adatta la parabola di Cristo alla vera Chiesa di Gesù, la Chiesa Cattolica. Colla elegantissima sua dizione mostra il suo nascere, il crescere, il dilatarsi di questa mistica vigna in mezzo agli uomini: mostra l’opera dell’eterno e divino cultore, Dio: mostra l’opera vivificatrice di Cristo, ed il frutto di questa superba vigna che accoglie ogni albero di varie dimensioni, di differente età e bisogno, vigna dove ognuno si trova a bell’agio, in cui a tutti si dà spazio ed umore sufficiente, senza differenze, dove l’uno e l’altro s’aiuta in una strana unione, che non confonde in un inestricabile ginepraio, ma s’armonizza in una eleganza di paradiso: vigna che l’agricoltore diligente — Cristo — lavora irrigando, potando, livellando, irrorata dal benigno raggio del sole, bagnata dalla rugiada mattutina, libera da maligne erbe che l’infestino a ruina, perchè tutto riesce à bene impedendo l’esagerato fogliame che è a detrimento della maturità del frutto.

Nè ciò basta a Gesù: Egli lavora ancor là a difesa
e custodia circondandola di folta siepe, di valle profonda, innalzandovi la difesa di ben forte torre. Il risultato? Alla raccolta dei frutti, dopo tanti inutili sforzi è costretto il buon Padre a mandare il figlio suo con tutta la sua autorità: si lusinga: avranno rispetto di mio figlio!... di Gesù, del suo Vicario, dei Vescovi, dei Sacerdoti, ecc.... Oh! l’inganno: anzi contro di lui, proprio perchè Egli è l’erede s’accaniscono e l’uccidono nel disprezzo delle sue dottrine, nella trascuranza della sua morale, nell’odio contro l’iniziative più belle e generose.

«Malos male perdet» fu la risposta degli Ebrei a Cristo che li interrogava quale sarebbe stato il diritto del buon Padre, e la storia del popolo Ebreo, la storia di mille chiese naufragate a rovina, esse che della Chiesa di Cristo erano le più fulgide gemme, l’illustra. zione più forte dicono la verità di quella frase. Male s’aiuta chi sfida l’Onnipotente, male n’avrà chi sprezza ed offende l’inesauribile sua carità e pazienza: guai se l’amore monta — per modo di dire in Dio — in furore di giustizia. Nel fluttuare delle molteplici infinite vicende vicissitudini umane non temete: la vittoria segue il Signore!... i tristi — fatale e dolorosa necessità — subiranno l’ultimo ed estremo oltraggio, ma Dio vince d’una strana, singolare, unica vittoria.

Vince non sterminando, salvando tutti che desiderano salute, ne perde altro che l’ostinato e l’empio.... Oh! da tutti, da tutte le sponde le più opposte ed av verse il sangue di Lui, che per noi subì la morte, che tutto diede per la nostra salute, germoglierà il pacifico trionfo degli amici e degli avversarii. Solo chi non vuole, sol chi s’oppone è destinato a perire fatalmente, inesorabilmente: il trionfo della Croce non illuminerà una scena di sangue e terrore, no, sarà la bianca luce, soave che vedrà la gioia universale, le lagrime dolci della riconciliazione e della salute.

B. R.

Congresso Eucaristico di Vienna

Note gentilmente favoriteci dal Rev. Mons. G. Polvara da Vienna

15 settembre 1912

Gesù Cristo vince, regna, impera!

Lo slancio universale, con cui i cattolici di tutto il mondo, si riunirono a Vienna, all’ombra delle guarentigie Pontificali ed Imperiali per celebrare l’Eucaristia per propagarne il culto, è indice della vittoria, del regno e dell’impero di Gesù Cristo Signor nostro nel mondo.

Ai memorabili Congressi Eucaristici internazionali di Catania, Roma, Metz, Londra, Colonia, Montreal, Madrid, che segnarono un altro passo in avanti della cristiana civiltà, segue il Congresso di Vienna, alla cui preparazione cooperarono fede di popolo e fede di Re; al primo ed al secondo guarda benigno il Papa e benedice per mezzo del suo Legato, il card. Van Rossum.