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Anno XII. | 11 Ottobre 1913. | Num. 41. |
Giornale settimanale per le famiglie
IL BUON CUORE
Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE
Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena
E il tesor negato al fasto Manzoni — La Risurrezione. |
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La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
Rosmini — Opere spirit., pag. 191.
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Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.
SOMMARIO:
Nei paesi del ferro e dell’oro. — In morte del mio nipote Giuseppe Sartini.
Educazione ed Istruzione
Per colei che tutti amiamo
Ignoro quanti fra i miei lettori facciano delle concesioni allo spirito romantico. Per mio conto non è senza compiacimenti che me ne sento immune; non già perchè le fantasmagorie romantiche manchino di fascino, ma per il fatto, appunto, che da esse emana uria suggestione sottile contro la quale bisogna reagire. Opino che il neo-romanticismo costituisce un disordine intellettuale e che occorre mettere la nostra ragione in tutta la sua efficenza difensiva per fare argine agli entusiasmi malefici che esso può produrre. Leggo con molto piacere il San Giorgio, che è una rivista interessante, compilata da scrittori di talento, ma leggendola mi auguro che essa rimanga vana di risultati e sterile di adepti, per la maggior salute dello spirito nazionale che occorre educare alla disciplina del sentimento, libero dalla malsana emotività romantica, e regolato da quel senso di ordine, di armonia e di equilibrio che è retaggio del classicismo.
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La luna pallida, la laguna ardente e la loggetta del Sansovino interessano moltissimo romantici, esteti ed artisti; ma si può mediocremente intendersi di arte, aborrire dall’esterismo, respingere le tentazioni romantiche, e nondimeno ribellarsi alla deplorevole iniziativa dei gondolieri di Venezia, augurando cordialmente che il fallimento della loro «Cooperativa canotti automobili» non tardi troppo.. Nè occorre esser passati da Eugenio Giovani-letti a far provvista di neo-romanticismo per insorgere contro questa minaciata scomparsa della gondola: colei che tutti amiamo! E' in essa l’anima di una intera città — unica al mondo, il simbolo di tutto un passato, la sintesi di tutto un poema, un poema che ha soggiogato i popoli. C’è il Leone, lo so; e l’incomparabile vedetta del Campanile — «com’era, dove era» — ; e il Ponte dei Sospiri... ma nulla e nessuno quanto la gondola ha mai ripetuto, con tanta suggestione, con tanta evidenza, con tanto amore, alle più lontane genti, la poesia e la gloria di Venezia. Ardente; luminosa ed appassionata, che diverrebbe essa il giorno in cui le sue godole, i suoi canali ed il suo cielo non si confondessero più nell’armonico quadro della loro comune bellezza? Nessuna città - dopo Roma condensa in sé, quanto Venezia, in tutti i particolari della sua esistenza tradizionale, in tutti gli aspetti della sua fisionomia, quel senso della terra patrum mercè il quale la natura si presenta a noi sotto un aspetto famigliare e caro; quadro meraviglioso in cui ogni particolare acquista un significato ed un simbolo, in cui è l’impronta di coloro che furono prima dì noi, e che non dovremmo toccare; poichè — come scrisse Barrès — ogni atto che smentisca la nostra terra ed i nostri morti è una menzogna che si isterilisce.