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266 IL BUON CUORE


gusto del sale non è innato ma acquisito; tant’è ver; che un adulto può vivere benissimo adottando il regime latteo etonsnmando. giornalmente,3 litri di latte che.contengono poco più di 5 grammi di sale corpplessivaniente. E’ anche da notare che persone abituate al sale’sono riuscite benissinioa sopprimerlo senza provarne alcun incomodo, e cosi pure vi sono centinaia di ammalati Clie’senzacun d’anno pèr il loro organismo, rinunziano per Mesi -e anehe. per anni, a sco-." poterapeutico,, ad aggiungere il sale ai loro alimenti, pét regtó;tuéii.allo stato naturale non aggiunge sale ai cibi, non lo aggiungevano i popoli primitivi nomadi e pastori; non lo aggiungono anche oggidi le tribù nomadi.della Russia.e della Siberia Settentrionale che pure hanno a loro disposizione numerosi depositi di sale e laghi salati; nell’Africa centrale il sale è un vero cibo di lusso, perchè è difficile il procnselo. E anche fra gli animali alcuni ndn hanno nessuna predilezione per il sale, come i cani ed i gatti. Si può quindi ritenere che basti il sale contenuto negli alimenti senza aggiunte.

Gli animali nel pensiero greco

Dalle descrizioni di solenni banchetti dateci da ()mero sì vede come gli antichi greci fossero mangiatori voraci di carne; ma, quasi per calmare un’ombra di scrupolo, essi avevano bisogno di dedicare in sacrificio agili Dei gli animali di cui volevano pascersi. Questi venivano innanzi tutto inghirlandati e condotti in trionfo. dai sacerdoti e dal popolo festante, poi immolati. Qualcosa di simile fanno i contadini di alcune parti d’Italia all’avvicinarsi della Pasqua. I Greci dei tempie omerici non avevano beccai di professione; essi stessi od i loro sacerdoti macellava• no le bestie da divorare, e spesso se le cucinavano da loro senza l’aiuto di cuochi retribuiti. Ciò nonostante essi consideravano quasi amici i propri animali; gli Ateniesi dei tempi posteriori a Omero, anzi, rifuggivano dal macellare i buoi perchè utili all’agricoltura. E Omero stesso sapeva spargere una lagrima sul povero cane Argo che, pur morendo, agitava la coda in omaggio al suo padrone. E non solo i cani, ma anche i cavalli hanno dei nomi propri nei poemi di Omero, come ne avevano ne! l’uso del popolo. Ora il dare dei nomi alle bestie equivale a riconoscere ch’esse non sono oggetti inanimati. Inoltre, alcuni animali dell’Iliade, i cavalli di Achille, per es., sembrano dotati della facoltà di prevedere il futuro, o di vedere cose che l’uonio non vede. L’osservazione di certi fenomeni tende a convalidare la credenza che le.bestie sentano e conoscano le cose avvenire; basti ricordare l’inquietezza di certi animali prima di un terremoto, o l’avversione di certi altri a salire su barche che in seguito si trovarono a mal partito..

La facoltà profetica degli animali ha gràndé’ importanza per l’arte della divinazione. In tempi di civiltà più progredita, i Greci credevano ne- gli-animali profeti fossero strumenti di qualche potenza, superiore; non cosi si credeva ai tempi di Omèro Xanto, il cavallo di Achille, nel rispondere al suo padrone che lo pregava di condurlo in salvo, non era portavoce della Rea, ma dicevi ’ciò che esso già SRpeva. Un’altra credenza genera’.e, e non solo dei Greci,.era che la..facoltà divinatrice degli animali potesse. per mezzo della lOro carne e del loro sangue comunicarsi. agli uomini. Perciò gli Anguri mangiavano cuori di corvi, di avoltoi e di talpe, essendo il ’more la sede principale del sangue. Le disposizioni ai un popolo verso le bestie no arguirsi dall’uso che fa di queste nei giuochi o passatempi. Esser crudeli con gli animali senza ragione pareva ai Greci un’offesa agli Dei. Alcuni scavi recenti hanno mostrato che in Creta erano in cc ga i combattimenti di tori, cui, prendevano parte- giovani d’ambo i sessi. Ma tali corride assai probabilmente non avevano uno scopo sanguinario, bensi quello di domare delle bestie feroci. ’ Alle puledre che nei giuochi Olimpici vincevano molti premi alle corse venivano, dopo la. ’oro morte, inalzate tombe monumentali non meno- grandiose di quelle erette ai famosi aurighi. La setta orfica, i cui più lontani ricordi salgono al sesto secolo av. Cristo, propugnava l’astinenza della carne di animali a motivo del passaggio dell’anima attraverso molte forme di vita. La dottrina della trasmigrazione delle anime,• fu adottata dallo stesso Pitagora; un suo apostolo Empedocle, giunse perfino a chiamare cannibali i mangiatori.di carne di bestie. Anche Socrate subiva forse l’influenza di Pitagora quando avventurava l’ipotesi che gli spiriti imperfetti possano reincarnarsi in animali dotati di caratteristiche affini alle loro condizioni morali. Cosi gli ingiusti e violenti diverrebbero lupi, falchi o avoltoi, mentre le persone dabbene assumerebbero corpi. di bostíe più miti, soltanto gli uomini buoni sotto tutti gli aspetti s’incarnerebbero nuovamente in forme umane. Socrate non spiega però come mai l’umanità progredisca così lentamente, se i suoi componenti d’oggi non sono che glí spiriti eletti di ieri. Soltanto. agli esseri perfetti egli attribuisce il passaggio in una sfera immateriale e divina. Socrate non sarebbe stato il più saggio degli uomini se avesse impresso carattere di dogmi alle sue opinioni; egli cercava soltanto di avvicinarsi alla verità. Altrettanto faceva.Platone credendo ragionevole di supporre che l’anima umana ascenda se fece bene, e discenda se operò il male.

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