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Pagina:Il cavallarizzo.djvu/224

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LIBRO TERZO 114

come si dice, a tentone, non havendo mai chiarezza salda, che li facci discernere & conoscere il vero. Et ditemi per vostra fede quanto è importato questo à voi à darvi aiuto, favore, & credito? Che se non havessero havuto lettere non so se facilmente foste salito al grado honorato dove voi sete appresso à tutti quei cavallieri, e signori, che sanno, nel mestiere del quale hora discorremo.

P.
Non dite questo di me, ch’io so che sapete ch’io non ho filosofia, & ho pochissime lettere latine.
C.
Basta che voi n’havete tante che intendete quel che leggete, & leggete assai per dilettatione, & per saperne ogn’hora più, immitando in questo quel buon filosofo che disse, ancor ch’io avesse i piedi nella fossa vorrei imparare, perche (come ben disse quell’altro) altro diletto che imparar non prova quel spirito, che è ben qualificato. Hor quello adunque cavallerizzo, il quale sarà letterato havrà delle tre parti del gioco le due in mano; & potrà dirsi veramente cavallarizzo: che non vuol dire altro (al mio parere) che cavallo indrizzo; & però potrassi diffinire cavallarizzo perfetto esser homo che ha vera cognitione della natura de’ cavalli, per la quale gl’indrizza sì nel maneggio, come nel governo, & altre cose, che se gl’apartengano.
P.
Di gratia andate adaggio, voi dunque volete che cavallarizzo quanto al nome vogli dire caval indrizzo, & per vero questa etimologia di vocabolo mi piace, ne mai piu l’ho intesa se non hora; così anco si potrà dire in alcune corte, dove non s’usa questo nome, ma mastro di stalla, che venghi dalla peritia che ha del governo della stalla.
C.
Così credo che sia i Francesi a’ maestri di stalla & cavalcatori buoni dicano Eporedichi, & scudieri, si chiamano anche Agasoni ma impropriamente perche agaso propriamente si pò dire il servo che ha cura dei cavalli, ma equisone è stata detto per moderatore o maestro de’ cavalli, così anco Agitatore.
P.
Questo mi satisfa quanto al nome, & quanto alla diffinitione non mi dispiace; ma voi volete che il vostro cavallarizzo ad ogni modo sia letterato, & sappi tutte quelle cose, che havete dette di sopra ne i due primi libri?
C.
Seguitate pure.
P.
Se così è bisognerà prima farse dottore, chi vorrà divenir cavallarizzo tale. Ma se costui non le sapesse tutte volete voi che per questo sia scancellato, & casso dal catalogo de i buoni, & perfetti cavallarizzi?
C.
Mi par bene che da vero vogliate la burla, ma fate come volete che formandolo io, l’ho à formare come mi pare, & però vi dico che se’l cavallarizzo non sarà letterato non potrà gia mai ascendere à quella perfetione, alla quale è obligato ogni cavalliere, & gentilhuomo ben nato.
P.
Vi concedo ancora questo, perche gia io intendo che voi volete fare un cavallarizzo nell’aere, astratto da ogni materia; sì come fecero gl’antichi Platone, Xenofonte, Marco Tullio, & altri; li quali descrissero una perfetta Republica, un Re perfetto, & un perfetto Oratore; & piu tosto dipindero la Iddea, & forma, alla quale si deveano assimigliare, che mai