Pagina:Il cavallarizzo.djvu/238

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LIBRO TERZO 121

che non pensate; perche hora entriamo nelle qualità proprie dell’animo; il quale quanto sia piu difficile à conoscere delle attioni che al corpo s’apartengan, l’hanno dimostrato gl’antichi Filosofi, & hora lo chiariscono i moderni; li quali hanno perso, & perdono il cervello per conoscerlo; & chi ha voluto, & uno vuole che sia endelechia, & chi una & chi un’altra cosa facendolo chi mortale & chi immortale, ma di queste cose così sottili io non vò saper altro ne da voi ne da altri; per che à me basta esser certo di quello che ci ha manifestato non solo con la dottrina, ma con l’opere la Verità infalibile Christo nostro Servatore.

C.
Et che cosa è questa?
P.
Che noi siamo suoi fratelli, & coheredi del Regno del Cielo; perche se siamo heredi con esso insieme di quei supremi beni, & eterni, siamo anco immortali. Hor quanto à questo non più oltra, ma seguitiamo il camin nostro, Voi volete di sopra, che il cavallarizzo sia principalmente di animo bello, cio è bono & ben qualificato; & particolarmente volete che sia sagace, prudente, patiente, & temperato, à me pare che più tosto (con queste tante virtù, voi lo vogliate fare fratello del Cortegiano) che descriverlo Cavallarizzo.
C.
Io non so di chi me lo facci fratello o cognato, ma so bene ch’io non saprei dire tante virtù, quante io ne desidero in un perfetto cavallarizzo. Il quale se mancherà dell’antedette, mancara anco di quella perfettione che se gli conviene. Et ditemi di gratia, s’egli non sarà prudente in considerar l’andato, & antivedere lo avenire, provedendo con discrettione al tempo che corre, come potrà mai far cosa che gli rieschi bene; ne che gratia sia al suo Signore, nel suo mestiere? & nelle altre sue attioni? Et come sara differente egli da gl’altri? li quali si pò dire che ogni cosa facino à caso; & che da caso siano guidati; alli quali (se pur le cose riescono bene) non si pò dare veramente lode; da che non per virtù, & prudentia loro, ma per mercè della Fortuna così gli sono successe in favore. Ma se il nostro Cavallarizzo farà le sue operationi fondate come si deve su questa sua virtù della Prudentia, chiaro è che non potrà mai far cosa che non gli rieschi veramente in laude, & honore; & che non sia grata al suo Signore. Il quale dev’essere lo scopo dove lui miri, & tiri sempre; & fondi sempre ogni suo honore, & ogni suo diletto.
P.
Andate piano. Adunque il fine di ogni sua attione virtuosa sarà non la virtù, & l’honore, ma il compiacere al patrone?
C.
Non dico così io; perche voglio che l’honore & l’amor della virtù sia principal fine nell’animo suo, & poscia gli fondi con prudentia per compiacere al suo Prencipe, & patrone. Et possono ben stare (come stanno in vero, queste due cose insieme) da che non son contrarie, ne come dicono contradittorie; come sarebbe à dire per dar essempio, che’l bianco fosse negro, & che il negro fosse disgregativo del vedere, & che medesimamente ne fosse insieme & in un tempo istesso, confirmativo; & far ch’io che ragion’hora con esso voi, parli insiememente & taccia. Pò adunque il cavallarizzo far ogni cosa per amore della virtù, &