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DEL CAVALLARIZZO

accorte, & intendenti del mestiere, & non da famigliami come per lo più hoggidì s’usa, merce dell’avaritia, & poco intendimento; e l’altro sia che in questo mentre che non è assolato il poledro, si vadi di passo, e di trotto piacevole per il dritto, & non con molta furia, come molti cavalcatori, anzi piu tosto guasta cavalli hoggidì fanno, attendedo à volgerlo sempre largo; perche da questo i poledri ne diventaranno sempre più piacevoli giusti & volenterosi. Scavalcato il domatore, & fatto quello, che havemo detto, si rimetterà il poledro in stalla al suo governo.


Cap. 36. Della stalla & delle sue pertinenze.


Havemo già introdutto il poledro in stalla, & cavalcato; ma d’essa non habbiamo però detto cosa alcuna, essendo nondimeno cosa necessaria à parlarne. Ne ragionaremo hora dunque in due modi, prima quanto al nome, poi quanto all’essere, per essere buona, commoda, & honorata. Stalla dunque è detta dallo stare. Et luogo generale dove stanno al coperto gl’armenti, e i gregi. Et quasi si pò dire statione d’animali. Imperoche il luogo dove si tengano particolarmente i cavalli, si chiama proprio dal Latino equile, che vuol dire,stalla, & luogo proprio dove stanno i cavalli. Come anco si dice ovile, per esser luogo delle pecore, & bovile de’ buoi. Dicesi hippostalla, & hippostase, donde si deriva hippostasio; che non vogliono dir altro che stationi & stanze de’ cavalli in istalla. Et ὴππάκη appresso i Laconici, che appresso di noi vuol dire il medesimo. Questo è quanto al nome. Quanto all’esser suo dico che gl’antichi veramente indagatori & maestri delle cose, & massime Xenofonte, che ha scritto molto egregiamente de’ cavalli, e di molte cose, che se gl’appartengano, nel suo hippico, & hipparco; cioè libro pertinente à Capitano, & maestro di cavalli. Dice che la stalla dev’essere edificata in quel luogo, nel quale più agevolmente, & spesso può essere visto il cavallo dal suo padrone. Et à questo allude quello, che dice Aristotele nell’Economica, di quel Persiano, che addimandato, che cosa principalmente ingrassasse il cavallo, risposte l’occhio del padrone, come dice anco Plutarco ne’ Morali. Et così è veramente. Et che è negligente inedificarla in luogo simile (com’io stimo, e ancora poco amorevole a se stesso) essendo manifesto che il cavallo riceve il corpo del suo signore, che lo cavalca, in deposito, quasi & in governo. Però se’l cavalliero non farà la sua stalla in luogo, che presto, & spesso possi facilmente vedere i suoi cavalli, chi lo assecurerà c’habbino il suo devere? Et se saranno magri, ben se gli potrà dir quel che si legge d’un cavalliero ben colorito e grasso, che cavalcava cavallo magro magro, & dimandato che n’era in causa risposte ch’egli pasceva, et haveva cura di se stesso, ma il cavallo era pasciuto, & governato dal servitore.