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Pagina:Il conte di Cavour in parlamento - 1868.pdf/294

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246 discorsi parlamentari.

più gran mare, realmente mediterraneo, che esista sul globo, cioè del Mar Nero. Il Mar Nero diventerebbe allora un vero lago russo, e quando questo gran lago russo fosse nelle mani di una nazione che conta 70 milioni di abitanti, diverrebbe in poco tempo il più grande arsenale marittimo del mondo, un arsenale al quale non potrebbero forse resistere tutte le altre potenze marittime. (Sensazione.) Il Mar Nero, fatto russo mediante la chiusura del Bosforo, le chiavi del quale sarebbero date in mano all’autocrata, diverrebbe in certo modo la rada di Sebastopoli, allargata con proporzioni gigantesche.

Qui forse taluno mi dirà: e che importa il predominio nel Mediterraneo? Questo predominio non appartiene all’Italia, non appartiene alla Sardegna; esso è in possesso dell’Inghilterra e della Francia; invece di due padroni, il Mediterraneo ne avrà tre. Io non suppongo che questi sentimenti trovino eco in questa Camera; essi equivarrebbero ad una rinuncia alle aspirazioni dell’avvenire; sarebbe un dimostrarci insensibili ai mali onde fu afflitta l’Italia dalle guerre continentali, mali che vennero ricordati così eloquentemente dal nostro gran lirico moderno,[1] quando parlando delle conseguenze delle guerre che combatteansi dai forestieri in Italia al cospetto di popolazioni indifferenti al trionfo dei nuovi conquistatori, diceva:

«Il nuovo Signore s' aggiunge all' antico,
L'un popolo e l'altro sul collo ci sta.»

Quando la Russia venisse ad acquistare la preponderanza nel Mar Nero, questi versi certamente si potrebbero con molta opportunità applicare a noi. Ma assai più degli interessi materiali, gli interessi morali

    poli, oppure dei bastimenti che spingono più oltre il loro viaggio e passano il Bosforo, voi vedete che il naviglio sardo, tiene, se non erro, il terzo luogo fra tutti i navigli di Europa. Noi abbiamo assai più interessi nel Mar Nero di tutte le altre potenze del mondo; noi ne abbiamo certamente più dell’Inghilterra, ne abbiamo incommensurabilmente più della Francia.»

  1. Manzoni.