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Pagina:Il crepuscolo degli idoli.djvu/114

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IL CREPUSCOLO DEGLI IDOLI

clusione, della resultante: non conosce quelle arbitrarie deduzioni del caso particolare. Quale resultato si ottiene allorchè si agisce diversamente? Quando, per esempio, alla maniera dei romanzieri parigini, si fa della grande e della piccola psicologia da merciaioli? Si espia in qualche modo la realtà, si riporta tutte le sere una manciata di curiosità... Ma considerate dunque cosa ne risulta — un ammasso di sgarbi, tutt’al più un mosaico, in ogni caso qualcosa di sovraccaricato, di mobile, di stonato. I Goncourt in questo genere raggiungono ciò che vi è di peggio. Essi non mettono tre frasi una accanto all’altra che non facciano male all’occhio del psicologo. — La natura, valutata dal punto di vista artistico, non è un modello. Essa esagera, deforma, lascia dei vuoti. La natura, è l’azzardo. Lo studio «secondo la natura» mi sembra essere un cattivo segno: esso tradisce la sottomissione, la debolezza, il fatalismo, — quella prosternazione davanti ai piccoli fatti è indegna di un artista completo. Vedere ciò che è — questo fa parte di un’altra categoria di spiriti, gli spiriti antiartistici, concreti. Bisogna sapere chi si è...


8.

Per la psicologia dell’artista. — Perchè vi sia dell’arte, perchè vi sia un’azione o una contemplazione estetica qualsiasi, una condizione psicologica preliminare è indispensabile: l’ebbrezza. Bisogna che prima l’ebbrezza abbia elevato l’irritabilità di tutta la


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