Pagina:Il crepuscolo degli idoli.djvu/29

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FEDERICO NIETZSCHE

tà! — Il diavolo mi disse un giorno: «Dio pure ha il suo inferno: è il suo amore per gli uomini». — E ultimamente l’ho inteso dire queste parole: «Dio è morto; è la sua pietà per gli uomini che ha ucciso Dio». Come si vede Nietzsche è vicinissimo all’uomo di grande pietà e di grande amore ch’egli combatte; al contrario egli è agli antipodi dell’egoista di cui a prima vista sembra l’alleato. Questa spiegazione sicuramente sottile e raffinata è dessa vera o non sarebbe che un sofisma destinato a nascondere un egoismo molto più «umano» che cercherebbe d’abbigliarsi simpaticamente? Noi non esitiamo a credere nella perfetta sincerità dell’analisi data da Nietzsche. Infatti si trovano in lui, a lato di quegli aforismi volontariamente feroci e sovente citati sulla legittimità della schiavitù, sulla bellezza della guerra o sulla necessità di saper far soffrire senza lasciarsi turbare dalle grida della vittima, degli accenti di una infinita tenerezza che indubbiamente partono da un cuore vibrante di pietà e di amore. Citeremo come esempio la quarta parte di Zarathustra che racconta la suprema tentazione del profeta, la prova della pietà ch’egli deve attraversare senza debolezza: è condannarsi a non comprendere ciò che fa l’incanto originale di quelle pagine così commoventi, vedervi solamente un’apologia dell’insensibilità, un commentario della nuova Tavola che Zarathustra arreca ai suoi discepoli: «Siate duri».

In molti altri punti ancora le negazioni di Nietzsche sono in realtà delle affermazioni spinte all’estremo e che si distruggono per «autosoppressione» (Selbstaufhebung). Abbiamo visto già come la pietà,

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