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Amori e figli del diavolo 189

le quattro mogli di Samaele, madri d’infiniti demonii. Il greco Michele Psello, segretario dell’imperatore di Costantinopoli, monaco del Monte Olimpo in Bitinia, filosofo, matematico, medico, oratore, alchimista e teologo, vissuto sin verso la fine dell’XI secolo, afferma in certo suo trattato delle operazioni dei demonii, che questi possono benissimo generare, provveduti come sono di quanto si richiede al bisogno. Ma qui appunto le opinioni discordano. San Tommaso d’Aquino, san Bonaventura e infiniti altri teologi, dicono risolutamente che i diavoli non hanno seme proprio, e perciò non generano, nel vero senso della parola; ma, facendosi succubi, ricevono il seme dell’uomo, e poi trasformandosi in incubi, impregnano di quel seme la donna con cui si accoppiano, e così generano. La loro sarebbe dunque una peculiar maniera di paternità putativa, la quale tuttavia non esclude la trasmissione di certe qualità diaboliche alla prole generata in tal modo. Aveva torto dunque Lodovico Dolce, quando a certo Fra Girolamo di una sua commedia intitolata Il Marito faceva dire con troppo dogmatica sicumera: