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428 Capitolo decimoquarto

vince il Lucifero del Byron, l’altero e indomabile Lucifero, che a Caino, il quale gli ricorda Dio, signore del tutto, risponde:

                         Ah no! pel cielo
Dov’ei siede e governa, per l’abisso,
Per le stelle infinite, e per la vita
Che comune ho con lui, no!... sul mio capo
Ho solo un vincitor, non un sovrano.
Ei l’omaggio otterrà dell’universo,
Ma non il mio. Con esso io duro in guerra
Come un tempo lassù. Per tutta quanta
L’eternità, nel baratro dell’ombre,
Negli spazii profondi immensurati,
Sull’ala infaticabile del tempo,
Tutto io vo’ contrastargli, astro per astro,
Pianeta per pianeta, ed universo
Per universo! E fin che il gran conflitto
Non cessi, ondeggeranno in dubbia lance:
E cessar non potrà se l’uno o l’altro
Spento non sia....

Ma nella stessa Messiade del Klopstock è il demonio Abbadona, che piange il proprio peccato e la morte di Cristo, e rientra, ribenedetto