Pagina:Il dottor Antonio.djvu/166

Da Wikisource.
162 il dottor antonio

Fatta questa appassionata dichiarazione, l’irritato ometto si fermò per pigliar fiato, raccolse il cappello, e con una mutazione di aspetto e di gesti affatto drammatica, disse con galanteria a miss Davenne:

— «Confido nella ben nota bontà della signorina, che vorrà scusarmi dal darle oggi lezione. Non mi sento disposto a ciò; e ho alcune misure da prendere relativamente a questo spiacevole affare. La mia presenza è assolutamente necessaria in Bordighera.» — Poi rivolgendosi ad Antonio, aggiunse con modo solenne più che vicino al ridicolo:

— «Di una cosa potete star sicuro, amico mio: la Confraternita dei Rossi si tirerà fuori da questa difficoltà con onore, a costo anche di quanto posseggo al mondo.» Così dicendo, corse via dal giardino; e diede al suo cappello una incalcata sul capo così risoluta da cacciarselo fin sopra gli occhi.

— «Non sarebbe meglio che lo seguiste?» disse la gentile miss Lucy al dottor Antonio.» Se mai incontra il Conte mentre è così infuriato, temo ne possa nascere qualche disgrazia.»

— «Oh! non v’inquietate,» rispose Antonio sorridendo: «con tutta la furia e il suo ardore il nostro piccolo amico è una creatura molto pacifica: non farebbe male a una mosca volontariamente. Se incontrasse proprio adesso il Conte, probabilmente gli mostrerebbe il suo dispetto con un inchino particolarmente altero, o alla peggio con una scarica di versi innocui, recitati in petto al suo nemico pro tempore

— «Ma da che nasce tutta quella furia?» domandò Lucy. «Non ho potuto capire la cagione di tanta ira.»

— «Devo cominciare dal dirvi,» soggiunse Antonio, «che il Conte è priore (presidente), e il vostro Maestro di disegno sottopriore (vice-presidente) della Compagnia dei Rossi. Ma voi non sapete nulla di Rossi e di Bianchi; e siccome non avrete lezione, fate conto che ve ne dia una io sulle Confraternite.»

Prima che Lucy potesse rispondere, sir John disse: — «Sì, sì, fatelo, vi prego, dottor Antonio; e invece di metterci sulla loggia, facciamo venir qui delle sedie, e ascoltiamo la storia del Dottore sotto questi alberi di aranci.»

Quando tutti si furon seduti, Antonio cominciò:

— «Come vi ho detto già più di una volta, la chiesa parrocchiale, i suoi ornamenti, lo splendore delle cerimonie di chiesa e delle processioni, sono il grande affare, e propriamente l’unica occupazione pubblica, accessibile ai