Pagina:Il mio cuore fra i reticolati.djvu/198

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a far lume, ci scoprono senza che possiamo muoverci.

Si gettarono a terra, sui sassi, cominciarono a strisciare senza rumore, regalandosi dei «Sst!» reciproci. Obliquavano a destra. La linea dei reticolati nemici era vicinissima, ma i tre pattuglieri avanzavano con una lentezza infinita, sostando ad ogni gioco di nuvole che li scoprisse.

— Dì un po' — fece Franco all'improvviso al caporale — hai data la parola d'ordine alle vedette?

— Signorsì — rispose questi — Non dubiti. Sono tutte avvisate.

Dopo mezz'ora erano ancora a mezza strada. Franco sentiva scendere sulle proprie ossa il peso snervante di quella notte lunare carica di umidità e di seduzione.

Il chiarore molle ondulato sinuoso di quegli isolotti aerei che si dondolavano sensualmente sul suo capo, gli filtravano un lento veleno che penetrava nelle sue ossa con uno stillicidio intollerabilmente soave.

L'immagine di Maura gli si presentò all'improvviso con una chiarezza provocante, uscita dalla luna, bianca, nitida, carnosa, come in un letto. Scivolò fra le nuvole, ignuda e supina come in un letto.

Franco ebbe alle tempie una martellata di sangue caldo. Si sentì gli occhi abbagliati.