Pagina:Il mio cuore fra i reticolati.djvu/208

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aveva muscoli. Se invece di essere una fanciulla esangue, cristallina, trasparente, fosse stata una forte ragazza dalle gote sanguigne, dal collo tarchiato, vitalità ed energia indiavolata, l'amore non sarebbe stato per lei un pauroso fantasma, il desiderio e la gioia dei sensi non le sarebbero parsi come cosa volgare.

Era la sua gracilità, era il suo stomaco debole, la sua anemia coltivata nella solitudine, che complicavano enormemente la sua psicologia di rinunziante. E questa psicologia si riversava sui suoi nervi, illudendola di averle rivelato una legge, un dogma inalterabile.

Dopo pranzo, seduti uno di fronte all'altro davanti un caminetto nostalgico, Franco le disse:

— Al fronte ho incominciato a capire molte cose. Io sono molto cambiato, Glorietta, e sono triste che voi vediate ancora il mondo bagnato nell'eterea luce fredda degli astri gelidissimi. Invece la vita è sole, è sangue, è calore, è forza, è violenza....

— Ahimè, amico! Io non amo nè la forza nè la violenza. Sono cose cattive, e ricadono su chi le adopera.

— Ma bisogna vederle nell'azione per giudicarle. Che ne sapete voi, dal chiuso della vostra casa monacale?