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furono spaventati, gli scioli ne furono disgustati, i savii ne fecero utilissime meditazioni. Mons. vescovo non dette a tali lettere maggior valore di quello, che potevano meritare. "Il superstizioso non lascia in pace nè Dio, nè gli uomini. Egli apprende Dio ansioso, spietato, difficile da contentarsi, facile ad adirarsi, tardo a placarsi... egli trema di paura... Dubita, se Dio sia ben contento, si affatica di blandirlo, lo importuna con preghiere, con voti, con offerte; si figura miracoli... La superstizione è un difetto popolare, e procede da ignoranza, o sconoscenza di Dio, ond’ella si trova più facilmente ne’ fanciulli, nelle femine, nei vecchi, negl’infermi, in somma ne’ barbari: Inclinant natura ad superstitionem barbari”.

Assisi città orizzontalmente situata sul declinare del monte Asi con una prospettiva, che risguardata dal soggetto piano, e veramente incantevole, fu anch’essa, che dista quattro leghe al N. O. da Foligno e quattro all’E. da Perugia, bersaglio dell’orrendo flagello.