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Mentre la pia Perugia condolevasi della sciagura de’ suoi prossimi, e disponevasi a sollevarli, dimenticando i propri figli nel castello di Ripe in numero di seicento, ricoverati in sessanta case inabitabili, e cinque famiglie fra questi senza mezzi di sussistenza, udimmo la scandalosa notizia che un dovizioso cittadino folignate aveva, fra gli orrori del nefando disastro, avuto cuore di combinare l’incetto di tutte le tegole e mattoni del territorio. Ci venne in pari tempo comunicato, che il germano di cotesto incettatore ardì declamare contro la perugina filantropia, tacciandola denigratrice la fama de’ ricchi compatriotti. Intanto tutte le opulenti famiglie, esclusa quella del declamatore e di altro che non nominiamo per non venire a dispiacenti specifiche, si recarono senza ritardo, e senza pensiero per gl’indigenti che ivi rimanevano, altrove a stanziare. Intanto il vescovo, che aveva operato di buona fede cominciò e continua la pubblicazione degli atti, e se nell’analisi vi si scontra qualche misura criticabile,