Pagina:Il tesoro.djvu/94

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— che se una tal cosa avvenisse, il nostro amico non sarebbe il primo a saperlo?

— Brava! — esclamò egli, entusiasmato dalla franchezza d’Elena, e presa la sua mano, gliela strinse.

Alle insistenti domande di Giovanna disse poi i nomi dei pretesi fidanzati; per Elena quello dell’antico innamorato, ed essa l’ascoltò senza batter palpebra; per Giovanna quello di un amico di Cosimo, che frequentava la casa.

— Non è vero! — assicurò fermamente Elena.

Invece Giovanna cominciò a sparlare del giovine, assicurando che le era antipatico. Elena si agitò, fece un gesto di disgusto, la guardò severamente, ma ella continuò a ciarlare.

— Chi sa, chi sa, chi sa? — disse Paolo, sempre sorridendo. — Ella è così maliziosa!

— Ma che maliziosa! — esclamò essa arrossendo. — Le assicuro che non è vero...

— Che ella non è maliziosa?

— No, che non è vero ciò che le hanno detto: son tutte malignità, sciocchezze. Non possono veder una persona entrar in una casa che subito non dicano malignità. Non si può aver relazione con nessuno. Anche per lei, anche per lei non dissero....

Elena, mortificata all’estremo, a questo punto chiuse gli occhi, proponendosi di batter Giovanna, come una monella, appena rimaste sole.