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CHE FRA MORTALI
Non v’è Fortuna.


SONETTO.


LHuom, turbato ad ogn’hor da larve infeste
     Di passioni, e d’importuni affetti,
     Com’esser può che di Fortuna aspetti
     4Calme giamai, se in seno hà le tempeste?

Qual può riposo haver, se sempre hà deste
     Le luci a i dispiacer, più che a i diletti?
     Benigni influssi, e fortunati aspetti
     8Di raro avvien che amico Ciel gli appreste.

Sempre hà la mente, e ’l piede errante, e vago:
     Timori in sen, più che speranze aduna:
     11Spesso è di mal, più che di ben presago.

Non v’è frà noi sorte felice alcuna.
     Sol può Colui, che di suo stato è pago,
     14Fortuna haver; se si può dar Fortuna.

Della