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mico della borghesia; o, anche se a questo non pensa, agisce in realtà come non avesse altra mira.

È nostra — ci sia perdonata! — la triplice risposta che demmo a un referendum femminile, pubblicato vari anni fa, circa i tre motivi che rendessero propensi od avversi all’introduzione, anche immediata, anche universale, del voto femminile. A tutte e tre quelle domande noi rispondemmo (e non certo per fare un bisticcio) questa sola frase: Sì, perchè la donna è un uomo.

E, se toccasse a noi di formulare alla Camera, per conto del Gruppo socialista, il disegno di legge del suffragio universale, nessun dubbio che le donne vi sarebbero incluse formalmente ed esplicitamente — ad evitare le eleganti discussioni fra i giuristi e le Corti, che seguirono, e seppellirono, il ricorso di Bice Sacchi sulla base della legge vigente.

Ma tutto ciò, e il ricordo e l’esempio di tutti i voti di Congresso e di tutti i partiti socialisti della terra, come pure quello delle ammirevoli lavoratrici dell’Austria (ci scappò scritto, in quella lettera, “della Germania„, ma è alle austriache per l’appunto che sopratutto pensavamo), le quali — col loro pratico riconoscimento della necessaria gradualità — ci sembrano piuttosto recar presidî alla nostra tesi che non all’accusa che ci vien mossa; tutto ciò, diciamo, non distrugge il fatto, di intuizione elementare, che, fin quando il movimento femminile pel suffragio resti limitato a una specie di sport signorile, e non sia volto a suscitare nelle masse lavoratrici femminili la coscienza dell’interesse di classe che la conquista del suffragio munirebbe di valide difese, tale movimento — agli occhi almeno del socialismo e del proletariato — apparirà condannato alla sterilità più assoluta, e la conquista del voto universale — in qualunque ora della storia sembri diventare imminente — apparirà meno urgente nel suo aspetto muliebre che nel suo aspetto maschile.

Il dire questo, o anche gridarlo sui tetti — non ne spiaccia alla mia severa denunziatrice — può risultare più utile, come stimolo, al progresso del movimento femminile democratico e proletario, che non sia il comodo