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bisogni e della coscienza di classe, sviluppata dalla propaganda, avranno acquistata — nelle lotte economiche e nelle lotte di partito — una loro indipendente e vigile coscienza socialista. Così come già avviene — sia pure per gradi e lentamente — nel proletariato maschile.

Questo intesero, ad esempio, le donne lavoratrici di Germania, le quali — pur lottando per l’estensione del voto, nei varî Stati, a tutti i cittadini, senza distinzione di sesso — provvidero al tempo stesso a rinforzare mirabilmente le loro organizzazioni nel campo delle lotte economiche, spesero una vivissima attività nella propaganda socialista fra le donne, e, adoperandosi, senza riserve — mano mano che la questione venne posta — ad aiutare intanto la conquista del voto universale maschile, diedero prova di saper educare in sè quell’elevato senso politico, che non solo affretterà la conquista anche del suffragio femminile, ma che offrirà alla democrazia politica ed economica la necessaria guarentigia che Vanne conquistata non sarà per ritorcersi contro l’interesse del proletariato, insieme maschile e femminile.

È nostro avviso che in questo senso dovrebbero lavorare i Comitati femminili, che si propongono la conquista del suffragio, non come ossequio a un’astrazione metafisica, ma nell’interesse attuale e concreto del progresso democratico e sociale. Una campagna pel suffragio femminile, che si rivolgesse indistintamente a tutti i partiti e rimanesse avulsa dalle competizioni concrete, politiche e di classe, peccherebbe, secondo noi, di contraddizione insanabile e sarebbe condannata alla sterilità.

In ogni caso, un’azione eventualmente diretta alla conquista del suffragio femminile mantenuto sulle ristrette basi attuali o rispondente a determinati requisiti di capacità o di censo, non prometterebbe che un