Pagina:Iliade (Romagnoli) II.djvu/188

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     L’armi vestian cosí vicino alle navi ricurve
d’intorno a te, Pelíde, gli Achèi non mai sazi di pugne:
dall’altra parte, sul clivo, si armavano anch’essi i Troiani.
Ed ordine a Temiste die’ Giove, dai picchi d’Olimpo,
5ch’ella a convegno i Celesti chiamasse. Correndo per tutto,
ella ordinò che di Giove venissero tutti alla reggia.
Né vi mancò dei Fiumi nessuno, l’Ocèano tranne,
né delle Ninfe, ch’ànno soggiorno tra i floridi boschi,
nelle sorgive linfe dei fiumi, nei pascoli erbosi.
10Dunque, venuti alla reggia di Giove che i pascoli aduna,
nei portici lucenti sedeano, che al figlio di Crono
costrutti aveva Efesto, l’artefice insigne ambidestro.
     Stavan cosí nella reggia di Giove. Né sordo all’invito
stato era il Dio che scuote la terra. Balzato dal mare
15era con gli altri; e chiese per primo il volere di Giove:
«Perché chiami a convegno, signore del folgore, i Numi?
Forse alcunché disegni che tocchi i Troiani e gli Achivi?
Perché proprio ora avvampa fra loro la zuffa e la pugna».
     E il Nume a lui rispose cosí, che le nuvole aduna: