Pagina:Iliade (Romagnoli) II.djvu/282

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877-886 CANTO XXIII 279

poi Merióne surse, d’Idòmene il prode scudiere.
E allora ad essi queste parole rivolse il Pelíde:
«Atríde, noi sappiamo di quanto tu superi tutti,
890sappiam che tutti vinci di forza, se vibri la lancia.
Prènditi dunque, e reca sui concavi legni il lebète,
e della lancia il premio sia dato all’eroe Merióne,
se questo pure a te gradisca: ché io lo propongo».
     Cosí disse; e fu lieto Agamènnone, sire di turbe:
895diede egli stesso al prode Meríone la lancia di bronzo:
l’eroe diede all’araldo Taltibio il bellissimo dono.