Pagina:Importante scoperta del famoso tarèno di Amalfi.djvu/22

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Hic et Alexandri diversa feruntur ab urbe,
Regis et Antiochi: haec freta plurima transit.
Hic Arabes, Indi, Siculi noscuntur et Afri:
Haec Gens est totum fere nobilitata per Orbem
Et mercanda ferens et amans mercata referre.

Noi diamo qui una versione di essi versi, che offriamo a coloro i quali non gustano troppo il sermone del Lazio:

Questa città (Amalfi) di popolo e ricchezza
Abbonda; e sfolgoreggia in vesti, argento
Ed oro, quanto mai altra qualunque
Città famosa. In numero ha nocchieri
Bramosi di sfidar venti e procelle;
E in Alessandria vanno, e cento lidi
Remoli; a que’ dell’Affrica son conti:
Agl’Indiani, agli Arabi di merci
Recan dovizia, e fanno in cambio acquisto
Di paesane merci. In ogni terra
Questa città di maraviglia è nome.

Un popolo adunque sì cospicuo che tanto lontano trascorse ne’ mari di Oriente e del Mezzogiorno, già ricco di oro, e, che più d’ogn’altro faceva ammirare in Asia


    vigazione; la quale più tardi cangiar doveva d’aspetto, mercè l’invenzione della bussola del concittadino Flavio Gioia.