Pagina:In faccia al destino Adolfo Albertazzi.djvu/127

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mava allora senza badare ad Anna, che l’avrebbe sempre voluto al suo fianco.

— Qua, dottor Sivori! È vero o no che in paese è corsa la voce....

Serio, mi obbligava ad attestare una strampalata notizia di sua invenzione, la quale era un po’ scandalosa e faceva sobbalzare per le risa l’adipe della Melvi madre. Oppure dal gruppo degli uomini diceva a voce alta verso di me: — Me n’appello al dottor Sivori! È vero o no che la guerra è nella natura delle cose? £ vero o no che secondo Darwin, o Spencer che sia, la prevalenza della forza è la legge dell’esistenza universale? Dunque i fautori della pace universale sono i peggiori nemici della società. I socialisti poi...., a domicilio coatto! in galera! mitraglia!

Io assentivo allo scherzo, pur osservando che anche in questo si rivelava l’energia dell’uomo.

Il vecchio Learchi grugniva: — bravo! — ; e il cavaliere spalancava le braccia.

— No, dottore, no!... Non faccia bonne mine à mauvais jeu! Stasera il nostro bravo ingegnere è un po’ farceur. Prima di tutto, confonde i socialisti con i più nobili, più puri pensatori della pace universale! Eppoi...., eppoi condannare sans façon tutti i socialisti, condannarli in nome della scienza...., ohibò...., è un’eresia! La scienza è amore!

E giù uno sproloquio per finire con la libertà nell’ordine e viceversa. Ma parlava con arte il cavaliere, mentre ascoltava e osservava sè stesso. Il suo gestire era effetto dì lungo studio, perchè gli altri ascoltatori ammirassero i polsini, i gemelli nei polsini, gli anelli delle dita, il can-