Pagina:In faccia al destino Adolfo Albertazzi.djvu/156

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che mi conoscete, non vi meravigliate che io permetta dei sotterfugi?

— Guido ha buone intenzioni. D’altra parte, conosoendo Claudio....

— Sì: guai a parlargliene adiesso, a Claudio, dì maritar le figliole! Ma avrebbe poi tutti i torti se si opponesse all’assiduità di Guido? Guido non ha ancora la laurea, e, dopo, credete che suo padre sarà disposto ad aiutarlo? Insomma, quel benedetto ragazzone dovrebbe essere più guardingo, più serio. E già che siamo in questo discorso, vi dirò che c’è un altro, qua, più serio, più prudente di lui....

Mi corse tutto il sangue al viso. Se Eugenia non avesse avuti gli occhi abbassati sul lavoro, m’avrebbe letto in faccia l’enorme segreto.

— È Roveni — io mi sforzai a dire con voce ferma.

— Ve n’ha parlato Ortensia? — Eugenia chiese con ansia.

— Ortensia non crede a quel che si dice: ecco tutto.

Tanto la signora fu sollevata dalla mia risposta quanto in me pesava il presentimento del mio inevitabile sacrificio.

Ella proseguì: — Roveni sta ai patti. Non ve n’ho mai parlato appunto perchè ho voluto che vi facciate un concetto sicuro di lui e della sua condotta. Francamente: ve ne siete accorto voi stesso che egli ha simpatia per Ortensia?

— No: forse non me ne sarei accorto se non me n’avesse avvertito il cavaliere. — E aggiunsi, per alleviarmi l’angoscia con una digressione:

— Il cavaliere è il trombettiere delle pettegole.