Pagina:In faccia al destino Adolfo Albertazzi.djvu/166

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ha ragione quando le dice cattivo! — S’allontanava imbronciata.

Io....: ancora soffrire! ancora! ancora!

Era così dolce soffrire! Ancora ebbi pietà di me.

— Resterò due giorni di più e dirò a tutti: sono rimasto due giorni di più, non per voi, per Ortensia! Sei contenta?

Allora tornò lieta.

— Due giorni? Proprio! Qua il lunario, che le dirò io il giorno della partenza! Non ha nemmeno un calendario? Oh che uomo! — Uscì; tornò col calendario, dicendo:

— Ne abbiamo? Dodici. Dodici settembre. I Santi vengono? Al primo novembre. Dunque.... Dunque Sivori dovrebbe partire il tre: va bene? Il tre per non lasciarmi sola il giorno dei Morti, con quella malinoonia. Otto e tre fanno undici.... È deciso!

Annunciò a voce alta, a una folla, immaginaria:

— Il dottor Sivori partirà da Valdigorgo fra due mesi, l’undici di novembre! Avete inteso, signori? Ordine mio: della Regina Ortensia di Valdigorgo!

Io pensavo ai monti e al giardino bianchi di neve. In tinello, il fuoco acceso e crepitante....

Fuori, nel silenzio, fioccava; e tutti eravamo attorno al fuoco; e io a raccontar favole, che Mino ascoltava da su le ginocchia di Ortensia.... Ma rialzando gli occhi....: Ortensia aveva perduto ogni segno della vivacità fanciullesca di pocanzi.

A che pensava?