Pagina:In faccia al destino Adolfo Albertazzi.djvu/175

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mandò un poderoso grido di «Viva l’italia!», allora.... Un crac formidabile; un rovescio fragoroso e, simultaneo del tavolino, dell’oratore, della bottiglia e del bicchere che eran sul tavolino. Un’asse diel palco s’era rotta e il palco s’era sfasciato.... Immaginare il trambusto, il tumulto!

Della folla tutti si alzarono in piedi, addosso gli uni agli altri per vedere; molti, troppi, accorrevano per soccorrere. La signora Fulgosi svenne; le lelvi ridevano sgangheratamente; io e Moser rialzammo il caduto, che ci raccomandava di raccogliere le cartelle del discorso, mentre il dottor Minguzzi gli appiccicava un pezzo di taffetà in una guancia sanguinosa.... Quand’ecco a quello scompiglio successe un clamore più grande. Lo provocò una voce che gridava:

— Sono stati i clericali!... Tradimento dei clericali! — E alcuni clericali o lor difensori, i quali si trovavan là in fondo, protestarono con violenza.

Si videro braccia in aria; pugni piombar su teste; confondersi gente in mischia....

Queste, furon queste le conseguenze del nobile intento della pacificazione universale!...

Ebbene, in quel disordine, io rivolsi gli occhi più d’una volta a Roveni e lo vidi sempre là, in piedi ma al posto di prima, immobile a guardare freddamente lo spettacolo inaspettato; superiore a tutti nella gazzarra. Era come lo spettatore di una farsa: di una farsa però che non riesce a farlo ridere le di cui attende tranquillo la fine, quale che sia. Anzi egli s’imponeva tanto alla mia attenzione e m’aveva confermato in tale opinione della sua energia, che l’avrei paragonato a un valoroso il quale assistesse a un