Pagina:In faccia al destino Adolfo Albertazzi.djvu/191

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gravi gli ostacoli, tanto più aumenta l’amore, sia o no volontario....

Non si diè per vinto. Esclamò:

— Bene! Ecco perchè lei, dottor Sivori, non può essere innamorato di Ortensia! Che cosa le impedirebbe di sposarla, se la volesse?

— La differenza di età.

— Che! Moser per darla in moglie a lei aggiungerebbe dieci anni addosso a sua figlia!

— Ma io potrei non volerla per timore di renderla infelice; per la fiducia almeno che moglie di un altro sarebbe meno infelice.

L’ingegnere ruppe in una sghignazzata. Rideva di rado, ma quando rideva, rideva così: con violenza.

— Oh questa è grossa! Questa farebbe ridere anche in un romanzo! Amare una donna vuol dire desiderare di renderla felice; vuol dire sperare, aver certezza di renderla felice, come nessun altro: se no, che amore sarebbe? — E proseguì: — Ma lei scherza! Si vede. Non nego però che forse qualcuno le darebbe ragione, a costo di far ridere i polli. Piuttosto che confessare la propria debolezza c’è chi cerca di gabellare la debolezza per eroismo, e chiama egoisti gli altri. Io non li posso soffrire.... So bene che lei non è di questi! Lei scherza!

Nelle ultime parole Roveni insistè per escludere assolutamente il sospetto di un’allusione; mentre io sorridevo proprio a mo’ di chi ha scherzato. Per non scherzar più, avrei dovuto dirgli: «Ebbene: Ortensia sarà mia!» Ma una voce mi diceva dentro: — «Il tuo sacrificio è ridicolo per lui, per la sua forza; ma tu devi compierlo per la felicità d’Ortensia!»