Pagina:In faccia al destino Adolfo Albertazzi.djvu/88

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il giovane. — Bisogna ben determinare il campo d’azione; saper limitarlo secondo le proprie forze; segnarvi la via diritta da percorrere, e correre, correre, correre! La vita moderna è una corsa. Ma non basta. Vede? Moser corre. Però dissipa qua e là le sue forze: architetto, costruttore, appaltatore e fabbricatore di laterizi. Troppo! Ma criticare è facile. Io riuscirò dove voglio?

Interrogava l’avvenire.

— Lei riuscirà — dissi con amarezza, pensando a me stesso più che a Moser, quantunque la parte del discorso che gli si riferiva avrebbe dovuto raccogliere la mia attenzione. — Lei sa misurare gli ostacoli e li abbatterà.

— Non basta! non basta! La vita moderna pretende che abbattiamo anche intorno a noi, non solo davanti a noi! I concorrenti bisogna abbattere che mirano al nostro scopo e al nostro posto, e son tanti! Ma non è facile. Mai come in questi tempi bisognò armarsi di prudenza per colpire poi a spada tratta....

Mentre Roveni diceva così io ripensavo a me; già mi sentivo ricadere in me stesso.

E gli altri, tutti insieme, ci affrontarono rimproverando la gravità dei nostri discorsi e la lentezza dei nostri passi.

— Oggi non rideremo come l’anno scorso, quando andammo a Monfalco — disse Ortensia.

Presero a raccontarmi della gita dell’anno innanzi, ch’era stata interrotta da un nebbione formidabile.

— Dovemmo pernottane in una capanna.

— Merito tuo e del babbo, che vi ostinaste a salire — disse Marcella a Ortensia.

Pieruccio affermò