Vai al contenuto

Pagina:In morte di Lorenzo Mascheroni.djvu/40

Da Wikisource.

(40)

Penuria non fu mai d’anime felle;
Ma dritto guarda, amico, ed abbondante
204Pur la patria vedrai d’anime belle.

Ve’ quante Olona ne fan lieta, e quante
Val-di-Pado, Panaro e il picciol Reno;
207Picciolo d’onde e di valor gigante.

Reggio ancor non obblia che dal suo seno
La favilla scoppiò, d’onde primiero
210Di nostra libertà corse il baleno.

Mostrò Bergamo mia che puote il vero
Amor di patria, e lo mostrò l’ardita
213Brescia, sdegnosa d’ogni vil pensiero.

Nè d’onorati spirti inaridita
In Emilia pur anco è la semenza;
216Sterpane i bronchi, e la vedrai fiorita.

Molti iniqui fur posti in eminenza,
E il saran altri ancor: ma chi gli estolle
219Forse è quei che vede oltre all’apparenza?

Mira l’astro del dì. Siccome volle
Il suo Fattore, ei brilla, e solve il germe
222Or salubre or maligno entro le zolle.