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all’ornatissima donna

PAOLINA SECCO SUARDO GRISMONDI

mandandole le Nuove ricerche sull’equilibrio delle Volte.

(1786).


Vanne, mio libro: ornai, sottratto il fianco
Allo stridulo torchio, ed al pesante
Maglio, e reciso, ed annodato in schietta
Candida veste, ti presenta al giorno.
5Fermo sostieni l’erudita lente,
Che ai novelli volumi avida corre,
Larga di pronte rigide censure.
Da te sen fuggiranno, aperto a caso
Sol una volta, e nelle rotte righe
10Trovato scabro d’Algebra importuna,
I molli cacciator di molli detti,
Di colorite istorie e di piccanti
Critiche; e tutto il vago stuol di Pindo,
Innamorato di canore corde.
15Non lagnarti però. Ma l’ale aperte
Ad un più ardito vol, Pimpla sormonta:
Sormonta l’ardue nubi, e nell’immenso
Vano regno degli astri, alcun rintraccia
De i fuggitivi della terra figli
20Scopritori del cielo. A lor t’appressa,
Se mai cessando d’inseguir per poco
Le sanguinose rapide comete,
Docili al fren de’ numeri britanni,
Si ricordano ancor d’esser mortali.
25Felice te, se un breve sguardo impetri!
Tu d’ellittiche vie non segni il corso,
Né quasi in note musiche prescrivi
A i minor globi intorno al Sol rotanti
Le leggi e i moti dell’eterna danza.
30Di Venere gli error tu non accusi.
Né del massimo Giove, allor che il tardo
Padre Saturno ancor assa e, e tenta
Trarlo a cader dalla più alta sfera.
Dove coll’astronomiche conquiste
35Lo riposero in tron novi giganti.
Tropp’alto è ancor per te l’ultimo Urano,
II ritrovato padre di Saturno,
Già smarrito per secoli. Tu intanto,
Ch’altri coll’occhio il curvo ciel misura,