Pagina:Ioannes Baptista a Vico - Opera latina tomus I - Mediolani, 1835.djvu/147

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italorum sapientia 117

internamente e mentalmente io raccolgo; o più tosto, com’altri, interlego, facile e consueto essendo il passaggio dell’r in l, cioè tra molte cose io vo quelle raccogliendo, che le migliori mi sembrano, e le vere. Dunque per la ragion sopradetta pare che ’l verbo intelligo più all'uomo si convenga che a Dio. E per dir vero, frequentissimo è l’uso del verbo intelligo appo i Latini Scrittori de’ miglior secoli, parlandosi del pensar e conoscere delle menti umane.

4. I Latini per la voce Genus (pag. 59) intendono la Forma. Ciò ha bisogno di prova. Troviamo noi bensì adoperato il vocabolo genus in sentimento di spezie, talvolta in sentimento di forma o modo di dire, oprare, e simili; ma che e’ significhi ciò che Forma da’ Filosofi s’appella, noi ancora trovato non l’abbiamo.

5. Usarono i Latini la voce Species (pag. 59), per significare ciò che i Filosofi dicono Individuo. Ciò è pure bisognoso di prova. Cicerone1, tuttochè come barbaro non riprovi questo vocabolo species, tuttavia giudica migliore quest'altro forma, per denotar quella parte determinata di cose, in cui il genere si divide.

6. Tal è il significato di questi due vocaboli, Animus e Anima (pag. 75); che Animus ciò significhi con che l’uomo sente, e Anima, ciò con che egli vive, e una significazione sì fatta l’ha presa Lucrezio da Epicuro. Noi qui primieramente così argomentiamo. Dunque ciò che ’l sig. di Vico va filosofando dell’animo e dell’anima, non fu il parere degli antichi Savj d’Italia, ma tardi passò nel Lazio dalla Grecia, donde Lucrezio lo trapiantò, coltolo dagli ameni Giardini d’Epicuro, dove era nato e fioriva. Secondariamente pare a noi più tosto, che appo i Latini anima significasse ciò con che viviam noi, e ch’in noi è comune colle bestie; ma animus ciò significasse con che noi pensiamo e conosciamo, altrimenti chiamato mente e intelletto, e che dalle bestie ci fa essere differenti2. Animus est quo sapimus, anima qua vivimus. Nonio. Sapimus animo, fruimur anima. Accio nell’Epigone. Animus consilii est, anima vitae. Servio. Oltr’a ciò, quale fosse il sentimento di T. Lucrezio intorno all’animo e all'anima, chiaramente appare da que’ versi3.

Nunc animum atque animam dico conjuncta teneri
Inter se, atque unam naturam conficere ex se;
Sed caput esse quasi, et dominari in corpore toto
Consilium, quod nos animum mentemque vocamus:
Idque situm media regione in pectoris haeret, etc.
Caetera pars animae per totum dissita corpus
Paret, et ad numen mentis momenque movetur.

  1. In Topic.
  2. Vedi il Tesoro della L. L. alle voci Anima, Animus.
  3. Lib. III.