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Pagina:Iorga - Breve storia dei rumeni, 1911.djvu/82

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78 capitolo v


gioielli. I due boiari portavano al doge un presente di zibellini ed altre pelliccie: presero parte alle allegrie del carnevale, alle «mumarie», balli in maschera, pranzi solenni, ed alle feste dello sposalizio del principe veneto col Mare, nonché alla processione del Corpus Domini assistevano anche «li do oratori dil Valacho». Dieci anni dopo il principe valacco Basarab IV (Neagoe) mandava a Venezia per compre il Ragusino Geronimo Matievich, «medico ciroico», che portava in dono al Governo di Ragusa stessa un cavallo in valore di «dodici ducati o in circa» e «due tazze di argento». La Signoria veneta lo fece nel 1518 cavaliere, come aveva già fatto coll’ambasciatore di Stefano-il-Grande, Demetrio Purice. Nel 1519 Papa Leone X ringraziava Basarab ed il Moldavo Stefano, figliuolo di Bogdan, pella loro intenzione di partecipar alla lega contro i Turchi che si stava negoziando a Roma.

In quell’anno stesso, Antonio Paicalas, «oratore» moldavo, ritornando da Roma, alloggiava a Venezia nelle stanze di San-Mosè: «fò mandato a levar per li cai di XL e Savii ai ordini»; vestito di panno d’oro, presentò un regallo di zibellini, «non belli»; voleva anche un medico pel suo signore. Nel 1521 un pretendente, indubbiamente impostore, «duca Iani di Moldavia», offriva all’ambasciatore veneto presso Carlo V di entrar in servizio della Repubblica.

3. Già cominciava a sentirsi anche nei paesi ru-