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Pagina:Irving - Il fantasima sposo (1824).djvu/17

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sbandati che vagabondavano per il paese. Non sembrerà dunque strano, se i nostri cavalieri furono attaccati da una banda di furfanti nel più fitto della foresta. Si difesero essi valorosamente, ma erano presso ad essere sovverchiati allorchè giunsero in loro ajuto i seguaci del conte. Fuggirono al vederli i masnadieri, ma non prima che avesse il conte riportato una ferita mortale. Fu egli adagiatamente e con diligenza rimandato alla città di Wurtzburgo; e chiamato dal vicino conventi un frate, famoso per la sua perizia in assistere l’anima ed il corpo, si trovò l’arte sua superflua per metà, che i momenti dello sfortunato conte erano numerati.

Con l’ultimo respiro di morte scongiurò egli l’amico suo di condursi immediatamente al Castello di Landshort ed ivi esponere la fatale cagione che il faceva mancare all’appuntamento con la sua sposa. Sebbene non ardentissimo fra gli amanti, era però il conte uno de’ più puntigliosi uomini del mondo, ed appariva caldamente sollecito che l’ambasciata fosse speditamente e cortesemente eseguita. “Se non sia ciò fatto,” disse egli, “non dormirò quieto nella mia tomba;” e ripetè queste estreme parole con singolare solennità. Una richiesta in momento di tanta impressione, non ammetteva esitazioni: laonde Starkenfaust procurò di calmarlo, promise fedelmente adempire le sue brame, e gliene diede in pegno sacrosanto la mano. La strinse il moribondo per gratitudine; ma presto cadde in delirio — vaneggiava con la sposa — co’ suoi impegni — con la data parola; ordinava il cavallo per rendersi su d’esso al castello di Landshort, e spirò nell’immaginario atto di volteggiar su la sella.

Starkenfaust, tributato un sospiro ed una lagrima da soldato al fato intempestivo del suo camerata, quindi ponderava il disgustoso dovere che si era imposto. Dolente stava in suo cuore e perplesso nell’animo; perchè aveva egli a presentarsi ospite non invitato fra genti nemiche e troncarne l’allegrie con nuova alle loro speranze funesta. Eppure certi moti di curiosità gli si erano destati nel seno, di vedere codesta rinomatissima bellezza di Katzenel-