Pagina:Isernia - Istoria di Benevento I.djvu/58

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In tale condizione di cose bisognava che i Sanniti si fossero confederati incontanente coi Latini per combattere, insieme agli altri popoli Italiani, il comune nemico, che agognava dar fine a tutte le antiche nazionalità d’Italia; però non seppero cogliere l’istante propizio, e si mostrarono fidi ai Romani con la speranza che essi non avrebbero attentato novellamente alla loro indipendenza.

Ma sconfitte le armate della lega italica, e sottomesse le città latine ai Romani, questi avean l’occhio unicamente a suscitare nemici ai Sanniti; sicchè le due emule nazioni si consideravano come nemiche, e i Romani, per prorompere a nuove offese, spiavano cupidamente l’occasione, la quale non tardò molto ad offrirsi. I Sanniti avean posto molto studio ad amicarsi gli abitanti di Palepoli e di Neapoli, due città fondate dai greci di Cuma nel luogo ove ora sorge la nostra Napoli, e che allora erano fiorenti di commercio.

Quei popoli, che aveano in odio i Romani per l’acquistata potenza nella Campania, sobillati dai Sanniti, presero a devastare l’agro romano e falerno. Di ciò si tennero offesi i romani, e dopo di essersi adoperati con ogni sforzo per fare che i Palepolitani e Neapoli tani rifiutassero l’alleanza sannita , strinsero fieramente d’assedio Palepoli, la quale fu validamente soccorsa da Sanniti e Nolani. I Romani mossero per questo aiuto molte lagnanze ai Sanniti, tacciandoli di violazione dei trattati, e i Sanniti di rimando risposero assai fieramente, e conchiusero in ultimo che nelle pianure della Campania si sarebbe deciso a quale dei due popoli fosse predestinato l’impero d’Italia.


CAPITOLO VII.


Riarsa più fieramente di prima la guerra sannita, Roma mise tosto in campo due numerosi eserciti, uno dei quali, capitanato dal console Lucio Cornelio, prese la volta di Capua

Istoria di Benevento 4