Pagina:Isernia - Istoria di Benevento II.djvu/27

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bella mostra, da cui, come si legge in alcuni cronisti, fu levato sugli scudi al suono trionfale di tutti i bellici istromenti: e poi gli mossero incontro i primati di Benevento, che allora si diceano giudici; e a più di un miglio di distanza dalla città vide Grimoaldo l’intera popolazione che lo salutava suo principe, vaticinando che in breve tempo avrebbe eguagliato il padre nelle virtù civili e militari, di cui avea già dato non dubbio saggio in terra straniera.

Il giorno in cui seguì l’entrata di questo principe in Benevento fu pei cittadini il più lieto dei loro giorni, poichè già sonava in bocca di tutti la fama del suo valore, del senno e della sua prudenza; ed egli, appena varcata la soglia della città, trasse alla cattedrale dedicata a nostra Donna, ove orò lungamente, e dopo si diresse, seguito da gran moltitudine, al palagio dei principi, in cui dal Senato fu unanimamente proclamato principe di Benevento, e quindi per mano del vescovo Davide gli fu cinta al capo la corona con tutte le solennità adottate nella incoronazione del suo illustre genitore.

Grimoaldo, nei primi anni che tenne il governo di Benevento, non parve che aspirasse ad altro titolo che a quello di pio, imperocchè, seguendo l’esempio di Arechi, largheggiò di doni con molte chiese, e segnatamente col monastero di S. Vincenzo sul Volturno, stato edificato, come si è detto, da tre giovani beneventani, e che man mano crebbe in dovizie per successive donazioni, sicchè il detto monastero, ai tempi in cui tenne il ducato Grimoaldo, toccò l’apogeo del suo splendore.

Nè fu Grimoaldo meno splendido donatore con la celebre badia di Montecassino, poichè le concesse molti nuovi possedimenti, la cella di S. Agapito, i porti di Traietto e di Volturno con tutte le loro adiacenze, e la pesca di Lesina, come rilevasi dall’Ostiense. E il suo esempio fu seguito da varii facoltosi cittadini, e segnatamente da un certo Uvaco Castaldo o conte che si fosse, il quale, venendo a morte, fece ampia e libera donazione ai Cassinesi de’ molti beni di fortuna che possedeva in Trani, Ariano, Potenza e in