Pagina:Isernia - Istoria di Benevento II.djvu/304

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si ritraevano, tagliavano i telegrafi e le strade, infestavano i passi, rapivano vettovaglie, uccidevano i resistenti, e dalle vette dei monti, scorto da lungi il nemico, facevano fuoco e sparivano. Dopo alcuni mesi il brigantaggio prese in molti comuni della provincia proporzioni tremende per opera del famigerato capobanda Domenico Caruso, che sparse in ogni dove lo spavento e la costernazione. Quel tigre, non pago dei saccheggi, degli incendi, e delle depredazioni d’ogni maniera, prese ad uccidere non solo per odio o vendetta; ma anche senza scopo alcuno, sicché per qualche tempo la provincia trepidò pel suo avvenire. Ma infine il Caruso, tradito da un suo fidato, venne in potere della forza pubblica, e fu condannato alla fucilazione da un consiglio militare insieme a un suo seguace, un giovanetto non più che trilustre; ma che avea già dato prova d’animo più che ferino, col prendere diletto di versare celiando il sangue dei prigionieri. La sentenza si esegui in Benevento sul largo di Porta Rufina, ove sogliono tenersi le quattro fiere annuali.

Morto il Caruso, si diradò la sua banda, nè andò molto che dileguaronsi del tutto i rimasugli di quel brigantaggio, che costò forse alla nazione più sangue, sperpero di roba e denaro che la gloriosa campagna del 1860. Dopo quel tempo le condizioni della città di Benevento cominciarono notevolmente a migliorare, e siccome fondamento d’ogni bene civile si è l’istruzione; così il Municipio pose ogni cura ad aprire nuove scuole elementari per amendue i sessi, e infusi nuova vita a quelle dei fratelli delle scuole cristiane, dette degli ignorantelli, che vennero fondate dal cardinale Bussi nel 1834, 1

  1. Il cardinale Giovan Battista Bussi, patrizio romano, nacque in Viterbo nel 20 gennaio 1756. Da papa Leone XII fu creato Arcivescovo di Benevento nel 3 maggio 1824. Egli, ad agevolare la popolare istruzione, fondò una casa di fratelli di scuole cristiane, che fu conservata dal governo dopo l’ultima soppressione degli ordini religiosi, e fondò pure un conservatorio di fanciulle dal titolo di S. Filippo Neri, con le entrate del soppresso monastero delle benedettine, ossia dame di S. Vittorino, e con quelle altresì della badia di S. Sofia, che fu soppressa dal governo francese nel 1806.