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Quando la marea è alta i recinti sopradescritti son tutti coperti dal mare, ma, calate le acque, essi rimangono emersi o quasi, almeno per breve tempo, ed allora uomini, donne e fanciulli si affrettano a spogliarli dalla melma e dai fuchi depositati dal mare, danno assetto ai muri ed ai collettori guasti o spostati, raccolgono le ostriche adulte da porsi in commercio e le giovani da trasportarsi altrove, attendono insomma alle molteplici cure della coltivazione.

Nel 1863 si contavano nell’isola di Ré 421 vivai (parcs) che occupavano 140 ettari di spiaggia e 839 conserve (claires), la cui area era di 6 ettari. Il prodotto dei primi fu in quell’anno di 1,086,230 franchi, e quello delle seconde fu di 40,015 franchi1. In quell’epoca il solo dipartimento della Charente inférieure, in Francia, esportava tante ostriche per 3,000,000 di franchi, ma questa cifra è ora assai cresciuta.

Una delle località in cui la coltivazione reca ora migliori frutti è la baia di Arcachon presso Bordeaux, vasto specchio d’acqua, limitato da litorali fangosi e perfino in certi tratti da veri pantani. Nel 1873 si contavano in quella baia 1250 vivai da ostriche (parcs) appartenenti a 1400 concessionari. Di tali vivai, 750 occupavano un ettare per ciascuno e gli altri circa 1/3 d’ettare. Durante la campagna del 1871-72 si esportarono dalla baia '10,022,740' ostriche del valore di '501,137' franchi, e nella campagna successiva 25,238,000 per franchi 1,137,700.

Ad Arcachon esistono cospicui stabilimenti istituiti dal governo francese, affine di studiare ogni nuovo sistema di ostreicoltura e di sperimentare i miglioramenti proposti nell’impianto e nell’esercizio degli ostricari.

Fra i più interessanti risultati ottenuti in questa località va segnalata l’acclimazione dell’Ostrea angulata del Portogallo che prima non vi allignava. Nella sola campagna del 1871-72 si esportarono 774,000 di tali ostriche pel valore dì 37,378 franchi.

A Marenne e alla Tremblade le ostriche già adulte, appena raccolte sono collocate in serbatoi alquanto diversi dai parcs e dalle claires, inquantochè l’acqua marina non vi si rinnova ad ogni marea, ma solo di tempo in tempo. Ivi il mollusco ingrassa, acquista una tinta verdastra particolare, diventa più gustoso, passa cioè alla condizione di huitre verte e in tale stato è tenuto in conto di cibo squisitissimo.

Uno dei punti sui quali si porta principalmente l’attenzione dei coltivatori d’ostriche si è il modo di raccoglierle (sia quando sono giovani per immetterle nelle conserve, sia quando sono adulte per porle in commercio) senza che il mollusco o la sua conchiglia abbiano a subir danno. L’esito della operazione detta detroquage, distacco dai collettori, è assai importante, poiché le ostriche lese nelle parti molli o nel goscio in generale soccombono e sono perdute pel commercio2. Pertanto si



  1. Kemmerer, De la graine d'huitre et des collecteurs-ciments, saint Jean-d'Angely, 1865.
  2. È noto che le ostriche morte non sono più commestibili.