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di diametro, un po’ più ampio alla parte esterna della valva che alla parte interna; ciò mediante una fettuccia muscolare, impropriamente detta lìngua, la quale vieti fuora dalla proboscide e funziona a guisa di lima, mercè minutissimi uncini cornei assai duri ond’è coperta.

La perforazione non si osserva mai all’apice delle valve e nemmeno sul margine loro, come se l’animale sapesse di non raggiungere, nel primo caso, il corpo della sua vittima e di non poterle recare che lievissima offesa nel secondo. Le ostriche in tal modo insidiate sono, nella pluralità dei casi, quelle dai 5 ai 12 mesi, ma i giovani murici forano ostriche anche più piccole, proporzionate cioè alla potenza dei loro mezzi d’offesa1.

Il Murex intento ad intaccare la valva dell’ostrica si vede far dei movimenti irregolari, ora da una parte ora dall’altra, intorno ad un punto fisso che corrisponde all’estremità della sua proboscide. Compiuto il foro, esso succhia gli umori della sua preda, finchè questa non tarda a divaricar le valve, lasciando così libero il varco ad altri piccoli carnivori marini che accorrono senza indugio e in pochi momenti la finiscono.

Le nasse, le purpure ed altri testacei che appartengono alla stessa famiglia dei murici, attaccano le ostriche nel medesimo modo. Molte poi ne son distrutte da vari crostacei (principalmente dai granchi) dalle asterie e da certe specie di briozoari e di spongiari.

Altre cause di straordinaria mortalità sono talvolta per gli ostricari le mareggiate, che scompigliano ed infrangono i collettori e coprono le ostriche di melma e di sabbia, le lunghe emersioni che subiscono sulle coste oceaniche per effetto delle basse maree e dei venti di terra, l’esposizione all’azione diretta dei raggi solari e il soverchio riscaldamento delle acque, nell’estate, oppure l’agghiacciamento delle medesime, durante l’inverno, e finalmente lo sviluppo eccessivo di alghe e di fuchi.

Prima d’esser messe in commercio le ostriche sono collocate sopra un tavolato e rimescolate per mezzo d’un rastrello, ciò per togliere al guscio le sottili laminette taglienti di cui esso è munito presso i margini delle valve. Compiuta così la loro toilette, sono spediti ai mercati chiuse in piccole ceste di vimini.

L'ostrica può mantenersi in tal guisa da 8 a 10 giorni, secondo la stagione, ma, se si ha l’avvertenza di legare strettamente le valve per mezzo d’un filo di ferro o di zinco, la sua durata è molto maggiore.

Queste sono succintamente le condizioni dell’ostreicoltura sulle rive dell’Atlantico. Nel Mediterraneo sulle coste italiane le circostanze son ben diverse e pur troppo l'industria di cui ho tenuto discorso non solo non vi ha fatto progressi di sorta, ma è in decadenza.



  1. La durata dell'operazione dipende dall'età e della condizioni del mollusco terebrante e dell'ostrica; occorrono circa otto ore perché un murice adulto possa forare un'ostrica di tre anni.