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126 Dell'Historie de' Galli Senoni.

Sino a Federico, à signoreggiare Urbino seguirono i Feltreschi, co'l titolo di COnti, mà esso per lo suo incredibil valore sendo il maggior Capitano di quella eta, da Sisto Quarto Sommo Pontefice, honorato fù, con tutti gli suoi Posteri del titolo Ducale. Di questo gra Prencipe, ogni Scrittore di quei tempi celebra sino alle Stelle i meriti gloriosi; principalmente il Panfili, che in quattro soli versi non lasciò lode à dietro, che alle virtù di sì heroico soggetto non fosse corrispondente, così cantando.

Hinc genitus fratris sumit Federicus habenas
Moribus insignis, militiaque bonus:
Curritur huc, docta tamq; veniatur Athenas;
Hinc fluit assidua fons Heliconis aqua.

A Federico nel Prencipato successe Guido, virtuosissimo, e splendidissimo Prencipe, il quale essendo un Mecenate novello de' letterati, alla sua Corte invitava i primi Cavaglieri dell'Italia, e dell'Europa tutta i più purgati ingegni; dove imparavano gli esperimenti d'ogni nobile professione, che render suole illustri, e generosi gli animi, non men che già si fè nel Liceo della dotta Athene; per la fè, che ne fanno i Cronisti, e sopra ogni altro il Conte Baldassar Castiglione, facendo questo delle sue compositioni oggetto, che diè col titolo di Cortegian alla luce. Mancando à vivi quest'inclito Heroe, senza lasciar figliuoli heredi: ottenne dalla Santa Sede, che Francesco Maria figlio di Giovanna sua Sorella, e di Giovanni della Rovere, che fù nipote di Sisto Quarto, Signore di Sinigaglia, e di Mondavio, nel Ducato, in vece di legitimo figlio le succedesse, il quale, se ben da Leone Decimo cacciato ne fosse, con la patienza però, e con la virtù dell'armi vi si rimise; alqual (come dicemmo) Guido Ubaldo successe: indi à questo Francesco Maria Secondo, & ultimo Duca di questo Stato, il quale, sicome nella morte del detto fù devoluto al Sommo Pontefice, che sopra di esso tiene il supremo Dominio: cosi la prima d'ogni altro luogo Urbino, come vera Metropoli acclamollo Signore, & senza contrasto con lieta fronte gli se diede in mano. Molte cose degne ancora, come reliquie delle sue grandezze, hoggi si vedono in Urbino, che non si devon passar con silentio; e specialmente quella tanto famosa Libraria, di cui raccontano gran cose gl'Historici, e maggiori ne cantano i Poeti; singolarmente quello, che al suon dell'accordata lira, di Amatunta celebrò gli amori, annoverandola trà le prime quattro Librarie del Mondo, in questi versi:

Ceda Athene famosa, à cui già Serse
Rapi gli Archivij d'ogni antico scritto,
Che poi dal buon Seleuco all'armi Perse
Ritolte in Grecia fer nuovo tragitto.