Pagina:Istorie dello Stato di Urbino.djvu/215

Da Wikisource.
176 Dell'Historie de' Galli Senoni.

Tempio, che in honore del medesimo Osiride, stimo che havessero eretto, pazzamente veniva con honori di lodi, e di sacrificij adorata di culto latrio, come s’adora al presente Dio.

Dopò che gli Egittij hebbero gran tempo di questa Città la Signoria tenuta, furono dà Pelasgi cacciati, come attesta Xante de bello pelasgico, citato da Marsilio Lesbio, i quali vi dedussero una Colonia, & alcuni anni l’habitarono. Mà prevalendo ad essi gli Umbri, la medesima in mano loro, come trofeo glorioso delle acquistate vittorie, rimase, la quale con affetto particolare, di sontuosi edificij ornarono, come sino à questo dì si vedono le mentovate reliquie. Indi à gli Umbri movendo guerra i Toscani, e superiori essendo, con tant’altre Città della Regione, anche s’impadronirono di Suasa, la quale da i più notabili di quella Natione habitata essendo, molto fù abbellita, e resa di strutture meravigliose illustre, come le reliquie di essa ampla fede ne fanno, singolarmente la Torre già detta, gli Antri, il Teatro, il Tempio Olimpico, & il Pretorio, dove l’artificio Toscano specialmente risplende, non mostrandosi punto differenti nel magistero dalla composizione del Teatro, de gli Antri, e del Mausoleo Inginij, di cui gli Auttori per certo si hà, che furono Toschi; e meglio il fà noto la Tavola di marmo, con l’epitafio di Marco Cavio, che fù del Magistrato de gli sei huomini, che in Suasa usavano i Toscani, come in ogni altra parimente à loro soggetta. Anzi essendo quivi de’ Regi Toscani la stanza, (come dalle due Regie statue sopra descritte, che vicino al luogo de’ Bagni furono ritrovate, vera scienza se n’ha) per fermo si tiene, che di tutte l’altre Città, da questa Natione possedute di quà da gli Apennini, la Metropoli fosse. E se sia vero quanto da i letterati della Contrada raccontasi, che al tempo del Volpelli scoprissesi un fragmento di marmo, in cui, fuor delle spezzature leggevasi,


Rex Suasæ Porsennæ Regi magno,


il quale appresso Hippolito sudetto, lungo tempo, in S. Lorenzo, si serbasse: Era questa Città co’ Toscani confederata di Chiusi, e per congiettura probabile si può credere, che mandasse genti alle mura di Roma, contro i Romani guerreggiando, per rimettere i Tarquinij in quel Regno.

Discesi poscia nell’Italia i Celti, venne Suasa, con tutta quella Provincia in poter de Senoni, la quale da loro (come nemici della Civiltà) disprezzata ne fù, e posta in abbandono; siche i nobili Palagi, le Regie habitationi, con gli ampli, e sontuosi Fori, per trecento, e più anni, restarono covili di fiere, tane de’ serpi, e bersaglio de tempo: Onde nel primiero sito vestigij di Senone fabriche non ritrovansi, essendo la