Pagina:Istorie dello Stato di Urbino.djvu/393

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170 Di Corinalto ne i Senoni.

al numeroso Essercito di quei Barbari, guidato da Emat Bassà Visir, e dallo Spachì della Grecia, che à mal suo grado forzollo con grande spargimento di sangue ritornare à dietro, e fare di altro viaggio elettione, se giunger voleva di Dulcigno à i danni, secondo che il gran Turco ordinato haveva. Dopà questo grand'atto, havendo il medesimo Capitan penetrato, che vicino à Scutari Città nella Liburnia posta, un'altra gran quantita di Turchi à danni de' Christiani veniva, dando à la Regione il guasto, colà si spinse con le sue genti, e postosi in aguati frà quegli stretti viali, con tal'empito assaltolli, che ne pur uno lasciò in vita. Et havendo nel conflitto semivivi li Subassi presi dell'Alaybech Brià, con un'altro Spachì, tagliò loro le teste, le quali per segno delle sue vittorie, fece nella Porta maggiore di Dulcigno appendere. Tutte queste gloriose imprese vengono riferite dalle sue lettere di ben servito, che date in Venetia lì 11. di Genaro 1572. in mano de gli suoi heredi, sino al presente si trovano, che da me lette nel suo originale già furono. Sì per queste, come per altre simili attioni, volle il Serenissimo Senato inalzarlo à i primi carichi dell'Essercito suo: Mà egli contento di questi homori, sendo vecchio, con buona gratia del medesimo Senato, se ne tornò alla Patria, ove al fine del passato secolo mori decrepito; il cui cadavero fù sepolto con le solennità funebri, che dovute erano à si glorioso, & à sì egregio Soldato.


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IO: Battista Baffi Medico, e Filosofo della prima Classe al suo tempo, essercitò con somma lode l'arte della Medicina in molte gran Città dell'Italia. Lesse la medesim'Arte molt'Anni in Perugia, con incredibil concorso, non men de' Paesani, che di forastieri Scolari, iquali da lontani paesi à posta venivano per udirlo. Nel leggere (come quegli, ch'era profondissimo Filosofo) hebbe chiarezza tale, che ogni mediocre ingegno poteva distintamente capirlo; Per lo che de gli suoi discepoli infiniti Medici eccellenti riuscirono. Compose elegantemente un libro sopra le Comete, pieno di maravigliosi secreti della Natura, che à beneficio del Mondo publicò alla luce. Scrisse ancora molte altre cose utilissime tutte, che à posteri renderanno la sua memoria eterna; specialmente un grosso, & eruditissimo Volume sopr'Avicenna, il quale di presente servasi manuscritto, nella famosa Libraria d'Urbino. Morì in Perugia decrepito pochi Anni à dietro, da quell'Università communemente pianto, e dalla Città medesima; restando herede delle due sostanze, e delle Scienze insieme Lucullo suo figliuolo, in questa nostra età Medico insigne.